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Alessandro Marchetti, la lotta alle leucemie corre sul filo dei 300 all’ora

Il pilota varesino torna in pista nel tricolore Gran Turismo dopo aver affrontato la malattia e un trapianto. «Ora corro per sensibilizzare i giovani sull'importanza di diventare donatori: basta un questionario per entrare nel registro nazionale»

alessandro marchetti automobilismo

Un forte mal di schiena. Fastidioso, resistente a terapie e medicine. La fatica di restare in abitacolo per più di qualche minuto, il dispiacere di dover dire al compagno di vettura «domani corri tu da solo, io non ce la faccio» alla vigilia di una gara del campionato italiano. E poi il primo ricovero in ospedale, piena pandemia, dopo una diagnosi capace di rivoluzionarti la vita: leucemia linfoblastica acuta a cellule B, Ph+.

Poco meno di due anni fa, era l’estate 2020, il varesino Alessandro Marchetti era pronto la sua nuova stagione sportiva ma dovette rinunciare a indossare casco, guanti e tuta da pilota (ma anche i suoi abiti di lavoro: è un apprezzato odontoiatra) e si ritrovò in pochi mesi dal muretto dei box dei principali circuiti italiani a un letto d’ospedale con una malattia subdola e difficile da affrontare. Non impossibile nel suo caso, per fortuna, ma solo grazie al fatto di aver trovato un donatore di midollo osseo compatibile: il percorso sanitario di Alessandro – classe 1974 – è durato un anno e mezzo tra Varese e il Niguarda di Milano, con il trapianto che è stato preceduto e seguito da numerose cure che gli hanno permesso, di riacquistare via via salute e normalità.

Una normalità fatta di famiglia, innanzitutto, di lavoro ma anche di sport. E così, dopo un paio di test quasi “carbonari” per capire quanta confidenza avesse ancora con cordoli, volate e pedale dell’acceleratore, Marchetti ha preso la decisione di risalire ufficialmente in auto e di iscriversi al Campionato Italiano Gran Turismo (CIGT) 2022. Una esperienza sportiva che prenderà il via dal prossimo fine settimana (21-24 aprile) a Monza e che porterà con sé una nuova missione: quella di sensibilizzare i più giovani sull’importanza di diventare donatore di midollo osseo. 

Alessandro ha infatti dato vita alla iniziativa “Race to Donate“: dopo aver preso contatti con l’IBMDR (il registro italiano dei donatori di midollo osseo) che è basato agli ospedali Galliera di Genova, il pilota di Varese ha scelto di sfruttare la sua posizione di sportivo in una competizione di così alto livello per diffondere il più possibile questo messaggio. «L’idea mi è venuta quando ero ancora ricoverato: avrei voluto fare qualcosa per dare un aiuto a chi, come me, deve affrontare questo tipo di malattie e ha come unica speranza quella di trovare un donatore compatibile. Conosco l’esempio di Rachele Somaschini – spiega Alessandro – rallysta milanese affetta dalla nascita da fibrosi cistica. Rachele da anni porta avanti il progetto “Correre per un respiro” e con il tempo ha raccolto fondi importanti per combattere quella malattia. La mia scelta è quella di promuovere la cultura della donazione: non lo farò raccogliendo fondi ma cercando di sensibilizzare il più possibile tutte quelle persone che potenzialmente possono diventare donatori».

Il logo di “Race to Donate”

Marchetti ha ottenuto immediatamente il supporto da parte della sua scuderia, la Nova Race di Jerago con Orago: non solo la sua vettura, una Mercedes AMG di classe GT4, ma anche le altre messe in pista dalla squadra varesina porteranno sulla carrozzeria il logo di “Race to Donate”. Ma questo non sarà l’unico modo per propagandare il messaggio: «In questi giorni che precedono la prima gara della stagione sto ricevendo tanta disponibilità: il direttore dell’autodromo di Monza, ad esempio, ha detto di essere aperto a ogni iniziativa utile e probabilmente il progetto verrà illustrato ai piloti durante il briefing che precede il weekend di corse. Il mio ex navigatore Giulio Turatti oggi organizza il Rally Piancavallo e mi ha chiesto di fare da apripista mentre Margherita Zanatta mi ha contattato per parlare in radio della mia esperienza. Anche da Acisport c’è grande attenzione: stiamo pensando di realizzare messaggi video da parte dei piloti più conosciuti per sensibilizzare il pubblico. Del resto il CIGT raggiunge nel corso dell’anno milioni di persone e, secondo i dati diffusi dalla federazione, la fascia d’età più coinvolta è quella degli uomini tra i 18 e i 35 anni: esattamente quella principale per la ricerca di potenziali donatori di midollo osseo. Ho in testa tanti modi per ampliare “Race to Donate” ma sono sicuro di una cosa: se anche dovessimo trovare un solo donatore in più, sarebbe una grande vittoria».

Vale la pena ricordare che il primo passo per iscriversi al registro IBMDR è semplicissimo: «Ci si collega al sito (il link QUI) e si compila un questionario con i propri dati anagrafici e sanitari – spiega Marchetti – Dopo di che al “candidato” viene inviato a casa un kit salivare che va rispedito alla sede del registro: in questa maniera su viene inseriti nella banca dati. Solo in un successivo momento e solo se si ritiene possibile che il soggetto sia un “gemello genetico” di un malato si viene chiamati per effettuare un prelievo di sangue ed eventualmente per dare seguito all’iter. È importante che ci si iscriva al registro entro i 35 anni: dopo quella età non è più possibile entrare nell’elenco, anche se si può donare fino ai 55 anni. Ogni nome in più, può contribuire a salvare una vita stravolta dalla malattia».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 19 Aprile 2022
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