Soldi da donne sole e malate in cambio di “affetto”, fermato a Malpensa boss di una maxi truffa
È un nigeriano di 30 anni. Sono state individuate 433 vittime, alcune residenti in provincia di Varese

È stato fermato ieri, 31 maggio, all’aeroporto di Malpensa, un uomo di 30 anni, K.F.E., nigeriano, residente in provincia di Savona, ricercato per i reati di associazione per delinquere e riciclaggio internazionale di denaro.
L’uomo è tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Savona il 4 aprile scorso, per le truffe nigeriane on-line, in particolare quelle “sentimentali” e “man in the middle”, ed è stato associato al carcere di Busto Arsizio ed è ora a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Savona.
L’operazione “Money Laundering” è stata condotta Comando Provinciale Carabinieri di Savona: il ricercato era su un aereo proveniente da Istanbul, ed è stato individuato e bloccato dai militari del Nucleo Investigativo, coadiuvati da personale della Polizia di Frontiera. Al momento del fermo sono state sequestrate varie carte di credito che l’uomo aveva con sé, due cellulari e documentazione finanziaria. L’indagato, il 3 maggio scorso, all’atto dell’esecuzione dell’operazione si era reso irreperibile dal suo domicilio nella Val Bormida.
LA TRUFFA
Come avvenivano i raggiri? Lo spiega l’articolo di IVG.
La “truffa sentimentale” o “internet romance scam” era un raggiro rivolto soprattutto a persone perbene e donne sole di età comprese tra i 25 e gli 80 anni, psicologicamente fragili e, quindi, vulnerabili, selezionate dai malviventi perché affette da depressione, da malattie oncologiche o croniche ed invalidanti, vedove o separate/divorziate, gravate da situazioni personali difficili, con le quali i truffatori, fingendosi persone importanti o professionisti di alto livello (medici, imprenditori, appartenenti a forze armate occidentali, medici in teatri di guerra, cantanti famosi, ecc.), intrecciano sui diversi social network relazioni virtuali facendo leva spesso su sentimenti di pietà e compassione, e raggirando, in questo modo, le vittime che, pur non conoscendo la vera identità degli scammer (i truffatori), erano indotte ad effettuare nel tempo ripetute donazioni di denaro, anche molto cospicue.
Sulla base degli elementi finora raccolti è possibile affermare che sono stati cagionati danni patrimoniali di rilevante gravità (sino a oltre 200.000 euro a persona), cui si devono aggiungere le rilevanti ripercussioni sotto il profilo psicologico dovute al sentimento di vergogna provato nel rendersi conto, infine, di essere state illuse e raggirate. Sono state individuate 433 vittime, residenti nelle province di Savona, Genova, Imperia, Milano, Bergamo, Lecco, Varese, Torino, Alessandria, Novara, Trento, Padova, Verona, Venezia, Bologna, Arezzo, Livorno, Roma, Teramo, Napoli, Foggia, Lecce, Cosenza, Catania e all’estero.
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