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Un mese complicato per l’aviazione nel mondo. “Anche a Malpensa stanchezza e malcontento”

Il sindacato di base denuncia le condizioni di lavoro sempre più difficili, dai check-in allo smistamento bagagli. "La politica del ricorso ai precari è fallimentare"

Malpensa Generiche

Nei cieli d’Europa la situazione è molto complicata, tra ritardi, personale che manca, voli cancellati. Una crisi che si mostrata nella sua gravità a inizio giugno nel Regno Unito: oggi uno dei simboli è il gigantesco accumulo di bagagli smarriti a Heathrow, che non si riesce a smaltire.

Il sindacato di base denuncia una situazione non facile neppure a Milano, Malpensa e a Linate, sul fronte dei ritmi di lavoro e dell’ambiente in generale. «Il malcontento è diffuso. In tanti stanno cercando di andarsene. Parecchi l’hanno già fatto. Siamo esauriti, esausti e sfiniti» racconta un’addetta del check-in. «Entri in aeroporto e pensi solo di far di tutto per sopravvivere ad una giornata di lavoro. Ma è lavorare, questo?».

Secondo Renzo Canavesi – della Cub Trasporti – è una situazione che si sta aggravando, come testimoniano i tempi di imbarco crescenti, difficoltà a specifici voli, ma anche gli accumuli di bagagli: certo non come a Heathrow, ma comuqnue segnalati come situazione straordinaria, come si vede in alcuni video girati nello smistamento bagagli (da cui sono tratte le foto in questo articolo, a Malpensa).

Malpensa Generiche

Fin qui Linate e Malpensa, però, in termini di performance hanno retto bene, se confrontati con altri scali dove invece i problemi sono stati notevoli (su tutti Heathrow e gli hub di Klm-Air France). Nei weekend certo si si sommano alcuni ritardi, ogni giorno ci sono i voli cancellati per la situazione generale (oggi ad esempio si notano soprattutto quelli di Sas e British Airways).

Un po’ in tutta Europa – tra sacali e compagnie – manca personale. «La politica di ridurre all’osso il personale e poi a tamponare con personale precario si dimostra fallimentare» dice Canavesi. «Primo: le persone non rispondono più come prima alle chiamate. Secondo: il precario rende la metà di un lavoratore ben formato e in una situazione già complicata moltiplica i problemi».

Il clima in aeroporto descritto dalla testimonianza di una lavoratrice è appunto di crescente difficoltà: «In lotta contro il tempo, banchi in meno (7 banchi coperti anziché 14), postazioni scoperte (per esempio il podio, fondamentale per gestire i passeggeri di due A380 pieni, che spesso è scoperto nel momento più critico), gate scoperti (un addetto da solo). Nonostante questo, facciamo i miracoli per rispettare i tempi». A questo si aggiungono anche le aggressioni al personale, in un contesto in cui aumentano – come sempre nei periodi di picco – i momenti di tensione per ritardi e cancellazione.

Il sindacato di base, come già in passato, denuncia anche le difficoltà a gestire tutti i voli su un solo terminal, mentre il T2 resta chiuso (la riattivazione, dopo due anni di stop, è attesa per giugno 2023).
È una questione di flussi di passeggeri ma non solo: «Per esempio, il volo Emirates Ek 205per New York Jfk  ogni santissimo giorno deve attendere in piazzale che si liberi uno dei due gate che lo può ospitare. Ce ne sono solo due, di gate, e ci sono due A380 in contemporanea. Fa ritardo anche di un’ora, e siccome non c’è personale spesso qualcuno deve fermarsi in eccedenza per imbarcarlo».

Anche a Malpensa si starebbe un po’ innescando la dinamica generale che riguarda le compagnie e altri scali europei: di fronte alla carenza di personale aumenta la fatica del personale. La cartina di tornasole sarà anche qui forse la giornata di sciopero in programma al 17 luglio, “tassello” italiano della mobilitazione in tutta Europa.
La Cub comunque è già mobilitata: «Per tutto il mese di luglio abbiamo dichiarato lo sciopero dello straordinario, per il rinnovo del contratto scaduto dal 2017 (per l’handling) e 2016 (per il catering)».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 06 Luglio 2022
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