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Cassani da bambino e quella foto con Bobo: “Hai lasciato un segno”

Il ricordo del sindaco di Gallarate, affidato ai social, parte da uno scatto fatto quando era bambino: con Maroni, tutti intorno al grande capo Bossi. "Era il 1991"

Andrea Cassani Roberto Maroni

«Sin da quando ero piccolo e ti vedevo accanto al Capo fino a quando ho avuto l’opportunità di crescere accanto a te ho sempre avuto un po’ di ammirazione ma anche soggezione al tuo cospetto per l’autorevolezza che emanavi». Andrea Cassani parla di un Maroni conosciuto quando era bambino e a rafforzare quel ricordo c’è una foto, condivisa già altre volte sui social: l’attuale sindaco di Gallarate è un bambino negli anni delle elementari, silenziosissimo ad ascoltare un Umberto Bossi nella postura del capo, che accosciato spiega ai suoi con il consueto piglio deciso che aveva alle origini. Nell’emiciclo di leghisti della prima ora c’è Cassani bambino e c’è anche Roberto Maroni.

Lo sguardo di Maroni è fisso su quello che anche Cassani chiama “il capo”, anzi “il Capo” con la C maiuscola. Anni di leghismo arrembante e ruvido, in cui la militanza era ancora concretissima (Bossi ricordava il secchio di vernice bianca rovesciatosi in auto, mentre andavano a far scritte indipendentiste sui muri, modello Paesi Baschi).  «Era il 1991, inaugurazione della sezione di Jerago», racconta Cassani.

Nel giorno della scomparsa, Cassani ricorda Maroni come il militante di quei primi giorni, ma poi anche come il politico di peso (il sindaco di Gallarate ha lavorato nel suo gruppo consiliare al Pirellone, ai tempi in cui Maroni era presidente di Regione).

A inizio Duemila Maroni guidò una fase di trasformazione, per mettere alle spalle (anzi: spazzar via, con il simbolo delle scope) gli scandali del “cerchio magico” di Bossi e ritornare poi a un nuovo approccio incentrato sulla “questione settentrionale”.
In quella fase Cassani è stato un fedelissimo, tanto da essersi inventato gli occhiali con la scritta “La vedo come Maroni”, come segno di appartenenza a quel nuovo corso.

«Sei stato una persona che ha lasciato il segno nella storia della Lega» scrive Cassani nel suo post. «Sei stato una persona che ha lasciato il segno nella storia del Viminale. Sei stato una persona che ha lasciato il segno in Lombardia. Sei il Barbaro Sognante che ha lasciato un segno in tutti noi».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 22 Novembre 2022
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