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I comitati? “Se non ci fossero avremmo perso tutti i tigli di San Macario”

Il progetto della Variante alla Statale 341 ha suscitato nuove proteste ma ha anche innescato un dibattito tra decisioni politiche del passato e ruolo dei comitati. Eliseo Sanfelice interviene in polemica con Luca Macchi

Il taglio dei tigli di San Macario

L’avvio delle prim attività preliminari al cantiere della variante alla Statale 341 ha innescato un certo dibattito a Samarate. Sta nascendo un comitato sull’opera (a partire dagli “Amici della biblioteca”), ci sono stati incontri, si è finito anche a parlare del rapporto tra il ruolo dei comitati e le decisioni della politica.

Il tema è stato posto nei giorni scorsi da Luca Macchi (“sollecitato” da VareseNews dopo un suo intervento social), ex presidente del consiglio e consigliere di lungo corso con Forza Italia. «Non è vero che la strada non sia mai stata pubblicizzata, non è vero che il tema non sia mai stato affrontato» ha detto Macchi, in un dialogo franco con il comitato di oggi, rievocando il dibattito (intenso) di una dozzina di anni fa, quando dell’opera si discusse in consiglio comunale e provinciale.

L’intervento di Macchi viene però contestato anche da Eliseo Sanfelice, oggi attivo con la pagina social Bacheca Civica Samarate, ma in passato consigliere comunale nell’amministrazione Solanti: «Si parla tanto di civismo, di società civile che si affaccia su temi su cui la politica fatica a dare risposte, e poi leggiamo da un politico di lungo corso che i comitati non servono» attacca Sanfelice.

«I comitati servono, eccome. E faccio un esempio chiaro: nel caso dei tigli di San Macario, la mobilitazione ha salvato il 50% degli alberi che inizialmente dovevano essere tagliati, per iniziativa della parte politica di Macchi. Non ci fosse stato un comitato, gli alberi sarebbero stati tagliati tutti , come aveva deciso la politica dicendo che non c’erano alternative. I comitati sono comitati del No per definizione: nascono per dire no a qualcosa, ma poi difendono valori e ottengono risultati positivi».

Sanfelice critica anche un altro passaggio dell’intervento di Macchi, quello in cui si accenna al fatto che anche il centrosinistra accettò l’opera, anche come “contropartita” per ridurre l’impatto della prevista crescita di Malpensa: «Perché si parla della sinistra? Si pensa ancora che il tema ambientale sia una tematica di sinistra, ma non è così: è una tematica di buon senso che unisce anche persone diverse».

Certo, nel 2011-2012 il progetto fece molto discutere, per il notevole impatto previsto soprattutto nella prima versione, quando si prevedeva uno standard da superstrada a doppia carreggiata e quattro corsie totali. «Italia dei Valori e Partito Democratico si erano impegnati molto sul tema, c’era stato anche un consiglio comunale aperto, si era chiesto di minimizzare l’impatto interrando alcuni tratti». Le esigenze di risparmio, poi, hanno portato a modificare il progetto in alro modo, con la riduzione a una strada “normale” con calibro più ridotto.

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Il render di progetto del punto in cui la Variante 341 supererà la ferrovia per Malpensa a San Macario

«Da allora sono passati anni: l’opera sembrava essere stata messa da parte per mancanza di risorse. Non ci si può stupire che oggi, in un contesto tutto diverso, ci siano proteste e una nuova attenzione: ora gli attori sono diversi: ci sono associazioni e persino persone che allora non c’erano. Anche solo per questioni di età: un ventenne che oggi si impegna per l’ambiente, dieci anni fa era un bambino delle elementari»

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 03 Novembre 2022
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