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Virtuoso ma poco attraente, il Comune di Busto Arsizio fatica a tenersi i dipendenti

Stipendi più bassi rispetto ad altri comuni della zona, mole di lavoro sicuramente maggiore sono i due ostacoli che l'assessore Cislaghi vorrebbe superare. Il bilancio del 2022 per l'assessorato

mario cislaghi

Per il governo il Comune di Busto Arsizio è virtuoso per quanto riguarda la spesa per il personale, di 5 punti percentuali sotto la soglia di riferimento, ma per i lavoratori è poco attrattivo perchè offre stipendi inferiori: «Facciamo fatica a trovare personale. Anche un Comune come Gorla Minore è più attrattivo di noi, da un lato per la mole di lavoro sicuramente minore, dall’altro per gli stipendi» – spiega l’assessore al Personale Mario Cislaghi. Dal 2006 Palazzo Gilardoni paga lo scotto della famosa inchiesta della Corte dei Conti che costrinse dirigenti e dipendenti comunali a restituire ingenti somme perchè elargite ingiustamente (qui la vicenda).

La gestione del personale del Comune di Busto Arsizio

Nonostante questo l’assessore Cislaghi è riuscito ad asumere 49 nuovi dipendenti a fronte di 67 cessazioni: «Siamo scesi sotto la soglia dei 400 dipendenti comunali e riusciamo a tenere solo grazie ai giovani del Servizio Civile o della dote comune (22 i primi e 56 i secondi nel 2022) che, però, guadagnano cifre molto basse. Molti chiedono il trasferimento, alcuni subito dopo essere stati formati». Sette i concorsi banditi quest’anno dei quali due in fase di espletamento. Tra il 2023 e il 2025 verranno assunti 27 nuovi dipendenti, oltre al personale a tempo determinato che dovrà essere reperito per far fronte ai numerosi bandi Pnrr che dovranno essere espletati il prossimo anno: «Cercheremo di fermare questa emorragia inserendo il divieto di spostamento in altri comuni per tot anni».

Il nodo dei servizi demografici

Per quanto riguarda il rafforzamento dei Servizi Demografici, una delle spine nel fianco dell’assessore, si sono visti significativi miglioramenti nelle liste d’attesa per avere la tanto agognata carta d’identità: «I dati del 2022 sono in linea con quelli del 2021, attorno alle 11 mila carte d’identità erogate, ma l’apertura per due pomeriggi alla settimana al posto dell’apertura al sabato, ha portato risultati con un accorciamento della lista d’attesa da 3 mesi a un mese e mezzo circa». Al sabato venivano erogate 40 carte d’identità in media a fronte delle 65 erogate nei due pomeriggi infrasettimanali.

Sempre più cremazioni e sempre meno salme al cimitero

I cimiteri sono l’altro fronte importante sul quale lavora Cislaghi. I dati dicono che ci sono sempre più persone che vengono cremate mentre i costi per un posto al cimitero sono diventati proibitivi: «Aumenta il numero di chi sceglie la dispersione delle ceneri (23 nel 2022) o che preferisce tenere l’urna cineraria in casa. La politica sui cimiteri va rivista perchè sta perdendo il ruolo che aveva un tempo. Non parliamo dei tantissimi loculi che non vengono più pagati da anni e proprio per questo puntiamo ad una rivisitazione del regolamento di Polizia Mortuaria già nel 2023».  Nel cimitero principale ci sono intere cappelle in vendita, alcune a cifre da capogiro (ce n’è una da 18 loculi all’asta per oltre 200 mila euro, ndr) che superano il valore di un appartamento bilocale.

Il nuovo forno crematorio

La realizzazione di due nuove linee di cremazione, con dismissione di quella attuale, è uno degli obiettivi più importanti del prossimo anno il cui costo, però, non sarà indifferente (si parla di svariati milioni di euro): «Tuttavia questa strada è ormai obbligata. L’attuale forno crematorio non riesce a far fronte all’aumento di richieste e una parte delle salme deve essere trasportata in luoghi lontani con un aumento di costi non indifferente per i famigliari. Non da ultimo va considerato il fatto che la gestione debba essere affidata internamente (la soluzione potrebbe essere Agesp Attività Strumentali) per evitare aggravi di costi».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it
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Pubblicato il 30 Dicembre 2022
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