“Quando Andy Warhol mi cucinò penne all’arrabbiata”
Ernesto Esposito racconta come ha conosciuto il grande artista e il suo pranzo alla Factory

Tra le opere esposte al Museo MA*GA nella mostra “Andy Warhol. Serial Identity” spicca un ritratto su fondo azzurro di un giovane Ernesto Esposito. Designer napoletano di scarpe ed accessori, vanta una lunga e prestigiosa carriera con griffe e brand di lusso a livello internazionale e al Museo ha raccontato il suo incontro con il grande artista Americano.
La sua conferenza si intitola “A pranzo con Andy”, quando ha avuto occasione di pranzare con lui?
Ho avuto il piacere di condividere la tavola con Andy Warhol in due occasioni. Una a Napoli, in un pranzo istituzionale, quando fu inaugurata la mostra di Warhol, Beyus e Pistoletto. L’altro pranzo me lo ha cucinato lui alla Factory quando ha realizzato il mio ritratto: mi preparò penne all’arrabbiata con il parmigiano perchè diceva che gli italiani mangiano sempre pasta.
Come ha conoscitore Andy Warhol?
Volevo da lui un ritratto. Era per me un ambizione irraggiungibile perché era già famosissimo e realizzava ritratti solo di personaggi importanti come re e sceicchi o attori e cantanti. Temevo che a me non lo avrebbe mai fatto. La mia richiesta arrivò a lui tramite il gallerista Lucio Amelio. Ovviamente Warhol non mi conosceva e quando venne a sapere che ero un designer di scarpe accettò subito. Amelio mi disse “quando sentì “shoes designer” disse subito di si. La sua passione per le scarpe lo ha accompagnato per tutta la vita.
Come è nato il ritratto?
Sono stato un cliente sui generis. Avevamo concordato due ritratti che allora costavano 120 milioni di vecchie lire. Gli chiesi due cose: di scegliere la posizione e il fondo fosse azzurro. Azzurro come la maglia di Maradona del Napoli. Allora era una cifra altissima e avevo concordato un pagamento a rate. Warhol morì 15 giorni il mio ritratto e chi si occupava del suo patrimonio mi disse che avrei dovuto liquidare subito. Vendetti un Kunellis e altre opere e riuscì ad acquistare uno dei due ritratti. L’altro è alla fondazione Casa Lever di New York a fianco a Leo Castelli. Alla fine è andata bene anche così, un’opera è a casa mia l’altra la possono ammirare da tutto il mondo.
Secondo lei qual è il rapporto tra arte e moda?
L’unico rapporto che c’è tra la moda l’arte è che la moda ti dà la possibilità di fare soldi per comprare l’arte. Sono due cose completamente diverse.
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