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Maggio 1982: l’Aermacchi MB-339 va alla guerra contro la Royal Navy

Nella guerra delle Falkland-Malvinas, la marina argentina schierò sulle isole i piccoli jet Aermacchi, impiegati in missioni a breve raggio ma durissime

Falkland  mb339

Primavera 1982: a quasi quarant’anni dalla Seconda Guerra Mondiale, si combatte nell’Oceano Atlantico, è la guerra delle Falkland tra Regno Unito e Argentina.
E in quel conflitto “classico” – due Stati occidentali bene armati – combattè per la prima volta anche l’Aermacchi MB-339, addestratore italiano divenuto alle Falkland cacciabombardiere.

Il conflitto – voluto dalla dittatura argentina al potere dal 1976 – era scoppiato il 1° aprile, con l’invasione delle isole Falkland, reclamate dall’Argentina, che le chiamava Malvinas.

Le isole nel mezzo dell’Atlantico erano un ambiente inospitale, specie all’inizio dell’inverno australe.
Tra i motivi di debolezza c’era anche la limitata capacità dell’aeroporto locale, quello di Port Stanley (Puerto Argentino): gli argentini riuscirono a schierare aerei a elica da attacco Pucarà o e appunto gli Mb339, gli unici jet in grado di decollare e atterrare sulla breve pista.

Consegnati nel 1981 e inquadrati nella 1° Escuadrilla Aeronaval de Ataque dell’Armada (la marina militare argentina), gli MB-339 si ritrovarono a fronteggiare la forza di contro-invasione della Royal Navy, salpata a metà aprile dall’Inghilterra e arrivata al largo delle Falkland a inizio maggio.

Generico 29 May 2023

Il tenente Crippa e l’attacco del 21 maggio 1982

L’episodio più rilevante avvenne il 21 di maggio 1982, quando un MB-339 (esemplare 4-A-115) comandato dal tenente di vascello Owen Guillermo Crippa attaccò la squadra inglese che aveva già raggiunto Port San Carlos, dove era previsto lo sbarco del contingente d’invasione (composta prevalentemente da Royal Marines).

La missione era prima di tutto di ricognizione, Crippa decollò solo perché un altro Mb339 era stato danneggiato il giorno prima dai caccia Sea Harrier della Royal Navy. Il tenente di vascello argentino entrò nel “fiordo” di San Carlos da Nord ad una velocità di poco più di 300 nodi (oltre 550 km/h). Sfiorò e ignorò un elicottero inglese Linx – decisamente fortunato – ma nello stesso istante avvistò le unità da guerra in rada e decise di puntare sulla HMS Argonaut, una fregata classe Leander che difendeva la flotta.

Falkland  mb339
La Argonaut dopo la guerra, nel 1985

Armato dei cannoni da 30 millimetri e di razzi non guidati, Crippa sapeva di non poter certo affondare la nave: «Avrò sparato a centocinquanta-cento metri più o meno» ricordava in una intervista nel 40esimo dei fatti. «Ho mirato alla parte superiore della nave». Obiettivo: danneggiare le strutture tecnologiche, cosa che riuscì visto che colpì il radar dell’unità, che aveva il compito – come altre – di assicurare la difesa antiaerea (nell’attacco furono feriti anche tre marinai, due dei quali in modo grave).

Crippa si infilò poi a bassa quota nella linea di navi nemiche, per sottrarsi al fuoco della contraerea.
Era “un’anticipazione della determinazione che [i piloti argentini] avrebbero dimostrato” dice lo storico navale Martin Middlebrook, nel suo volume dedicato alla guerra delle Falkland.

Falkland  mb339
Il tenente Crippa, a destra, con due specialisti della manutenzione

Gli attacchi alla flotta britannica a San Carlos

Crippa memorizzò la posizione delle navi, che riportò poi in un disegno.
Dopo il suo attacco, gli aerei argentini dell’aeronautica e dell’Armada tornarono all’attacco più volte nell’arco di tre giorni, affondando le fregate Ardent e Antelope e una nave più grande, il cacciatorpediniere Coventry.

Falkland  mb339
Il disegno con la posizione delle navi britanniche tracciato da Owen Crippa

La perdita più pesante fu però per certi versi l’affondamento del mercantile SS Atlantic Conveyor: trasportava gli elicotteri Westland dell’esercito che dovevano assicurare sbarchi e rifornimenti.

Nel corso degli attacchi aerei dal 21 al 25 maggio, gli argentini persero ventidue aerei e undici piloti.

Cinque aerei e due piloti persi

Tornando ai velivoli Aermacchi, gli MB-339 furono protagonisti di diverse missioni dure e pericolose: cinque dei dieci esemplari argentini andarono perduti.

Il 3 maggio morì il tenente di fregata Carlos Alberto Benítez (schiantandosi in manovra di atterraggio), il 28 maggio un altro MB-339 (esemplare 4-A-114)  fu abbattuto da un missile antiaereo portatile dei Royal Marines, morì il tenente di corvetta Daniel Miguel.

Mb339 falkland
MB-339 4-A110

Alcuni 339 danneggiati furono “cannibalizzati” sul posto per fornire parti di ricambio a quelli ancora efficienti.

Alle Falkland-Malvinas anche gli Agusta 109

Come curiosità, due giorni dopo l’attacco di San Carlos, a Shag Cove House due Sea Harrier inglesi distrussero al suolo un altro velivolo argentino di costruzione italiana, un elicottero Agusta A109 (macchine allora nuovissime, chiamate Hirundos dagli argentini).

Caduta Port Stanley e riconquistate le Falkland, le forze inglesi catturarono un MB339 e due Agusta 109 ancora efficienti, questi ultimi riutilizzati poi dalle forze speciali britanniche SAS.
Un MB-339 finì poi al museo della Fleet Air Arm a Yeovilton, vicinissimo – curiosità – al quartier generale della Westland, che nel 2000 si fuse con l’Agusta.

La guerra nelle Falkland/Malvinas costò 255 morti (più tre civili delle isole) al Regno Unito e 649 agli argentini, oltre 2400 feriti delle due parti.

La dittatura argentina guidata dal generale Galtieri finì l’anno dopo, nel 1983: dopo aver voluto la guerra nel tentativo di compattare la popolazione intorno allo spirito patriottico, la dittatura  finì messa alle strette dalle proteste e anche dall’onta della sconfitta militare.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 30 Maggio 2023
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