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Al museo degli Studi Patri di Gallarate la “draisina”, una bici di duecento anni fa

Antesignano della bici, ancora privo di pedali, l'esemplare è stato selezionato da Fondazione Intesa San Paolo per un accurato restauro. Riconoscimento del grande valore di un pezzo molto raro

È uno dei pezzi più originali della collezione del Museo degli Studi Patri di Gallarate: è la “draisina”, una bicicletta (ma ancora senza pedali) di duecento anni fa.
«È sicuramente uno degli esemplari più antichi di Lombardia e d’Italia» dice Massimo Palazzi, presidente della Studi Patri, il museo civico della città di Gallarate.

La particolarità di questo mezzo è stata notata e valorizzata dal bando “Restituzioni” di Fondazione Intesa San Paolo, che ne curerà il restauro nell’arco del prossimo anno.§-
Il bando in sé è uno strumento molto particolare: «Si partecipa infatti non per richiesta diretta, ma sulla base di segnalazione statale, da parte della Soprintendenza» continua Palazzi. «La segnalazione è stata fatta da Benedetta Chiesi, funzionario che ha competenza sulle opere mobili» continua Matteo Scaltritti, direttore del museo di via Borgo Antico 4 a Gallarate. «Durante una visita alla collezione del museo era rimasta colpita da quest’opera e ha poi deciso di candidarla al bando, per la singolarità del manufatto».

Il bando “Restituzioni” prevede il restauro di 115 opere in totale, ma le altre sono – per così dire – più tradizionali: quadri, arazzi, arredi sacri. Ma certamente la drasina d’inizio Ottocento è uno dei “pezzi” più originali selezionati per il restauro, insieme (giusto per citarne un altro) ad una barca siamese con decorazione in foglia d’oro, conservata al castello di Agliè, il Piemonte.

Ma che storia ha la curiosa bici senza pedali?
«È pervenuta al museo sessant’anni fa grazie alla donazione del conte Gian Domenico Oltrona Visconti di Lonate Pozzolo» spiega Palazzi, autore anche dello studio specifico che è stato trasmesso alla Soprintendenza per la partecipazione al bando. «La draisina è un manufatto di transizione tra il “celerifero” e la bicicletta», tra il biciclo a spinta «ancora privo di manubrio e sterzo» e la bicicletta vera e propria, dotata di pedali. draisina

L’esemplare di Gallarate ha ancora forme decorative antiche, con una testa di drago – in legno – sul frontale e la riproduzione di coda squamata – in metallo – sopra la ruota posteriore, oltre che di una sorta di parafanghi laterali con la forma di ali di drago. «È però già una draisina perché dotata di sterzo».

Draisina Gallarate

Pezzo unico, la draisina sarà appunto restaurata nell’arco del prossimo anno, sulla base di un progetto di restauro redatto da Carola Ciprandi, «restauratrice di manufatti in legno» che ha analizzato il prezioso reperto. «Il bando biennale Restituzioni si concluderà con una grande mostra prevista nel 2025, con i 115 beni restaurati» spiega ancora Scaltritti.

La draisina è realizzata prevalentemente in legno (con tecnica simile a quella dei diffusi carri e carrozze in legno), con parti in metallo, oltre a “parafanghi” decorativi e sella in cuoio, regolabile in altezza grazie a quattro viti.
E guardando ai dettagli è affascinante pensare al proprietario di un tempo – probabilmente un nobile milanese – che gira nelle strade della città o su qualche viottolo di campagna a bordo di questo mezzo, con la testa di drago protesa in avanti come la polena di un vascello.

Pubblicato il 26 Maggio 2023
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