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“Io, studente accampato fuori dall’Università, vi spiego le ragioni della protesta”

L'argomento trattato nella rubrica "Il Prof tra i banchi", curata da Alberto Introini, ha creato dibattito. Ecco la replica di Lorenzo Colombo, uno degli studenti accampati, che spiega: "La protesta è per coloro che non ce l’hanno fatta a studiare a Milano"

Generico 15 May 2023

L’argomento trattato nella rubrica che ormai pubblichiamo da mesi, “Il Prof tra i banchi“, curata da Alberto Introini, ha creato dibattito, commenti e prese di posizione di diverso tipo. Il tema, lo sapevamo, è di quelli che dividono: la protesta dei ragazzi davanti alle università di tutta Italia e le conseguenti reazioni di politica, società civile, opinione pubblica, spaccate su due fronti, chi solidarizza con gli studenti e comprende le loro istanze e chi li considera “fannulloni”, “bamboccioni” e così via. 

Uno di questi studenti, Lorenzo Colombo, coordinatore di Sinistra Italiana Varese e referente regionale Unione Giovani di Sinistra, ha letto la rubrica e risponde al prof, sottolineando quali sono le ragioni della contestazione. Ecco la sua posizione, che pubblichiamo per intero:

Caro Direttore,

Ho letto la rubrica “Il prof tra i banchi” pubblicata sul suo giornale il 18 maggio e, da studente accampato in Piazza Leonardo Da Vinci a Milano, vorrei dire la mia su alcune considerazioni fatte.

L’autore dell’articolo sostiene che noi studenti universitari andiamo fuori corso perché siamo “iscritti per hobby”. Da giovane universitario che tutti i giorni vive e conosce i propri colleghi e coetanei posso dire che non è assolutamente così. Ci sono molti fattori che portano uno studente ad essere fuori corso, da quelli personali (come problemi in famiglia) a quelli lavorativi (come fare un tirocinio) ed è quindi profondamente ingiusto giudicare chi non sta nei tempi dettati da altri. Io vorrei dare un dato: più del 40% dei dottorandi, quindi le migliori menti del nostro Paese, afferma che avere problemi di salute mentale (depressione, ansia, etc…) è la norma durante il percorso di studi, secondo uno studio della London School Of Economics. È questo quello che vogliamo: che le migliori menti del Paese siano depresse?

Successivamente, vorrei anche sfatare il mito della “pigrizia”, centrale nell’articolo della rubrica. Se io, come tanti e tante, siamo accampati in decine di città in Italia è perché siamo stufi di vedere negato l’articolo 3 della nostra amata Costituzione, che recita: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, […] impediscono il pieno sviluppo della persona umana”.

Vorrei solo porre qualche domanda a tutti i lettori e tutte le lettrici: perché un mio coetaneo che ha avuto la fortuna di essere nato a Milano può studiare come e quanto vuole, mentre io sono costretto a sobbarcarmi ore di treno che tolgono tempo allo studio? Perché una persona che vive nell’entroterra siciliano non può venire a studiare a Milano solo perché gli mancano i soldi? Perché, poi, nel mondo del lavoro, il “milanese” sarà avvantaggiato da un voto di laurea più alto e da più conoscenze personali che si è formato proprio nei momenti di convivialità post-lezioni? È davvero pigrizia la mia? Io le risposte le ho e stanno nella più grande malattia del nostro Paese: la diseguaglianza.

Infine, questa protesta è proprio per coloro che non ce l’hanno fatta a studiare a Milano, o in altre città, anche se l’avrebbero “meritato” (visto che si parla tanto di merito) solo per la colpa di essere nati in una famiglia povera. Quando capiremo che il futuro del Paese passa proprio dai nostri giovani che oggi sono accampati, forse cambieremo le politiche del nostro Paese e la smetteremo di cacciare i giovani dalla nostra Nazione a causa di bassi salari e negazione dei diritti. Insomma, quando capiremo che i nostri giovani vogliono solo una vita dignitosa tanto quanto l’hanno avuta i loro genitori. È semplice: ascoltateli, parlateci; vedrete che vi faranno cambiare idea, perché una società migliore, più solidale e dignitosa ce l’hanno ben in testa e la vogliono mettere in pratica e non hanno molto da perdere.

Un caro saluto,

Colombo Lorenzo
Coordinatore Sinistra Italiana Varese e Referente regionale Unione Giovani di Sinistra

Tommaso Guidotti
tommaso.guidotti@varesenews.it
In questa redazione ci sono nato. Ho visto crescere il giornale e la sua comunità, sperimentando ogni giorno cose nuove. I lettori sono la nostra linfa vitale, indispensabili per migliorare sempre.
Pubblicato il 19 Maggio 2023
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