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“La politica dia risposta alla piazza. Se crolla l’ospedale di Gallarate rischia anche Busto”

Dopo le oltre duemila persone alla manifestazione il capogruppo Pd Giovanni Pignataro sferza quel pezzo maggioritario di centrodestra che ha scelto di non esserci. E mette in guardia sulla contrapposizione tra i due ospedali. Lunedì il consiglio comunale

Oltre 2000 persone alla manifestazione per l’ospedale di Gallarate

«La politica deve dare una risposta alla piazza, con un intervento in Regione». All’indomani della manifestazione con oltre 2200 persone in piazza per il Sant’Antonio Abate, il consigliere Pd Giovanni Pignataro rilancia sulla necessità di un intervento deciso della politica, la stessa che nella serata di giovedì si è tenuta un po’ ai margini (nel senso che non c’erano bandiere di partito) ma che indubbiamente è snodo vero delle decisioni.

«Non mi aspettavo una partecipazione così numerosa» dice Pignataro «ma certo c’era il sentore che tanti avrebbero partecipato. Di quesi tempo poi non era detto che le persone uscissero di casa, ma in questo caso direi che la risposta c’è stata. Mi ha stupito la vastità della gamma di persone, dall’imprenditore a chi vive nelle case popolari e prende il reddito di cittadinanza: persone diverse che sentono l’urgenza di fare qualcosa. Di fronte a una piazza così piena, se fosse vero quel che diceva Fratelli d’Italia su una piazza ostile e strumentalizzata, se questi fossero i numeri direi che vinceremmo le elezioni» dice con paradosso il capogruppo Pd. «Ma quel che diceva Fratelli dì’Italia è una sciocchezza: evidentemente la partecipazione è segno del sentimento che vivono i cittadini di Gallarate e del disastro sanitario che la gente vive».

«Non partecipare significa non ascoltare,. perché si può anche partecipare a una manifestazione mettendosi in ascolto. FdI e Lega hanno cercato derubricare a mossa dell’opposizione, hanno ragionato come politichetta da quattro soldi e hanno rinunciato ad ascoltare i cittadini. La Lega ha detto di voler evitare strumentalizzazioni: ci fossero stati, avrebbero ascoltato solo interventi di persone che soffrono la situazione sanitaria, nessuna strumentalizzazione.

Però c’erano altre componenti del centrodestra gallaratese che invece si sono accostate alla manifestazione…
«C’è un centrodestra dilaniato tra la evidenza del problema e l’imbarazzo politico di doverlo affrontare. L’esito di tutto questi è la frammentazione di fronte alla manifestazione: chi sentiva l’aria e ha compreso la preoccupazione dei cittadini ha scelto di esserci, chi è più organico ai decisori regionali – Fratelli d’Italia e Lega – si è tenuto lontano e si guarda bene dal non disturbare il manovre. E mi dispiace: al di là delle diatribe da quattro soldi,  la piazza ci dice questo il problema è evidente»

Lunedì c’è consiglio comunale, con due diverse mozioni sul tema, una della maggioranza e una dell’opposizione. Come vi muoverete?
«La richiesta fatta da Fratelli d’Italia di rinunciare a una mozione perché è già venuto Bertolaso evidenzia la debolezza della posizione. La nostra mozione verrà emendata nella parte che chiede intervento di Bertolaso, ma poi il testo pone temi e impegni precisi. L’ospedale è un tema centrale, molto più urgente del ritiro delle onorificienze a Tito e della condivisibile richiesta di far scontare la pena ai terroristi rossi (riferimento alle mozioni presentate da FdI sulle due questioni). La politica deve dare voce a quella piazza, non perdersi a discutere di cose che neppure riguardano Gallarate».

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E invece come valutate la mozione di Centro Popolare Gallarate?
«La mozione è tardiva, mi pare una toppa per sanare il buco: dopodiché l’impianto generale è condivisibile, la lettura di quanto accade è corretta, gli impegni al sindaco però sono poco rilevanti, penso al “perorare” soluzioni sulla formazione dei medici. Non escludo di discutere anche della loro mozione, certo, ma prima chiediamo di discutere la nostra. Il sindaco e i consiglieri di maggioranza debbono smettere di dire che ala questione dell’ospedale è demagogica: è un affronto alla realtà».

Un ultimo riferimento Pignataro però lo fa agli equilibri che vanno oltre la città, di fronte alla lettura che vede una contrapposizione tra gli ospedali di Gallarate e Busto.
«Il sindaco di Busto non comprende che se cade Gallarate, collasserà anche Busto. La fuga di medici da Gallarate sta già coinvolgendo Busto: è un domino, non si deve perorare l’uno o l’altro ospedale, ma ci si deve battere per l’intero sistema sanitario del Basso Varesotto che rischia di collassare. E servono parole di verità dalla Regione: se non ci sono risorse l‘accordo di programma non vale nulla. Servono invece interventi immediati sugli ospedali esistenti: il Basso Varesotto deve essere individuato come area disagiata dal punto di vista sanitario. E dal punto di vista operativo, chi è stato scelto per gestire la nostra azienda sanitaria dovrebbe fare una valutazione sulla correttezza del suo operato. O dovrebbe farla la Regione».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 09 Giugno 2023
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