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Il consiglio s’infiamma, ma la tassa di soggiorno a Gallarate viene confermata

Poche sorprese nella seduta convocata su richiesta delle opposizioni, l'imposta entrerà in vigore il 1° aprile. Dal sindaco accuse di abusivismo ad alcuni esercenti che hanno protestato

consiglio comunale gallarate

A Gallarate, da lunedì prossimo 1 aprile 2024, sarà in vigore l’imposta di soggiorno per le persone che dormono in alberghi, b&b, case vacanza e simili: il consiglio comunale ha confermato (con 14 voti di maggioranza contro 7 di minoranza) la nuova tassa.

La seduta è stata piuttosto animata, se non tesa.
Il centrodestra non ha avuto esitazioni e si è schierato compattamente per la conferma, tecnicamente respingendo con voto contrario la proposta di revoca della tassa presentata dalle opposizioni unite (Pd, Città è Vita, PiùGallarate, Obbiettivo Comune e lista Silvestrini), che avevano già illustrato le motivazioni con una conferenza stampa.

Il sindaco Andrea Cassani è stato molto duro nel suo intervento accusando le opposizioni di «demagogia a spese della collettività», per aver voluto una seduta dedicata. «L’opposizione rincorre qualsiasi forma di dissenso appropriandosene in maniera risibile».

«Introdurre una imposta non è mai piacevole. Ma questa non colpisce i gallaratesi ma i turisti che vengono qui, siamo il decimo comune per presenze turistiche, per la posizione ma anche per le attrattive della sua offerta commerciale e culturale».

Al di là delle schermaglie politiche, il sindaco è stato molto duro anche nei confronti degli operatori che hanno protestato, accusando in particolare alcuni esplicitamente di essere abusivi o esserlo stati nel 2023. «Tra i firmatari c’è qualche gestore che a dicembre, dopo le notizie sulle verifiche che l’imposta avrebbe comportato, ha presentato le pratiche al Suap per comunicare l’apertura della propria attività. Ma cercando online, sono rinvenibili recensioni da oltre un anno».

Passaggio molto duro, che le opposizioni hanno considerato quasi intimidatorio, «cìè un sindaco che va persino a telefonare ai promotori dell’appello [che chiedeva di eliminare la tassa]» ha contestato successivamente Giovanni Pignataro del Pd.

Il  vicesindaco Rocco Longobardi ha ribadito che dla punto di vista dell’amminsitrazione «scopo dell’imposta di soggiorno è riscuotere il capitale necessario per gli investimenti atti a incrementare il turismo», compreso il libro sul “made in Gallarate” o il nuovo sistema di illuminazione artistica del centro, allo studio.

Sonia Serati, consigliera dei “liberal” di PiùGallarate), ha criticato alla radice una tassazione aggiuntiva e l’ha contestata come misura socialmente iniqua, anche se va detto che eisste una sorta di progressività che rende più onerosa la tassa per un ospite “5 stelle” rispetto a quellapagata da chi sta in un due stelle o in un b&b.

Margherita Silvestrini e Massimo Gnocchi, nei loro interventi, hanno insistito sul fatto che la tassa renderà «la nostra città meno competitiva» rispetto ai Comuni circostanti, che sono sempre  nella zona di Malpensa ma in cui alloggiare sarà più economico.

Entrambi hanno poi contestato la tassa sul versante delle entrate, notando che oggi non ci sono previsioni di spesa per l’attrattività turistica.
Cifre a bilancio non ce ne sono, ma su questo il vicesindaco e assessore alle attività produttive Longobardi ha voluto portare «la massima assicurazione di un impegno anche personale affinché le risorse che entreranno nelle casse dell’ente attraverso l’imposta di soggiorno vengano indirizzate in maniera chiara, precisa, trasparente per potenziare l’attrattività di Gallarate».

Giovanni Pignataro ha contestato il legame tra presenze in strutture e turismo: «Qui la gente viene per lavoro e guarda al prezzo, la tassa rende meno competitivi». Luca Colombo, intervenendo per la Lista Cassani, ma anche per Centro Popolare e Lega, ha ribadito le ragioni della maggioranza, Luca Sorrentino (FdI) ha accusato di incoerenza l’opposizione che non aveva sollevato questioni di «legittimità». «Di legittimità mai, casomai di opportunità» ha ribattuto Cesare Coppe, di Città è Vita.

I confronti con Lago Maggiore, Saronno, Bari

Ognuno ha poi giocato le sue carte anche nel confronto con altre località Massimo Gnocchi (Ocg) ha ricordato che «Busto Arsizio non l’ha istituita» e che «anche Fratelli d’Italia con il segretario Pellicini è contrari a Luino», cittadina di richiamo turistico anche internazionale.

Dal lato opposto si è evocata la tassa applicata da Bari dal centrosinistra o, più vicino, quella istituita dalle amministrazioni di centrosinistra a Vergiate (paese in effetti non ad altissima vocazione turistica, pur baricentrico tra Malpensa e Lago Maggiore) o anche a Saronno, città che invece ha una forte presenza di ospiti essendo a due passi da Milano e che può essere competitiva rispetto all’onerosa tassa di soggiorno del capoluogo lombardo.

La tassa in vigore da lunedì 1 aprile

Al di là delle motivazioni alla fine, come detto, la proposta di revoca della tassa è stata respinta.
Da lunedì a Gallarate si pagheranno 1,5 euro a notte per le strutture extra-alberghiere, 2 euro per gli hotel a una e 2 stelle, 3 euro per i 3 e 4 stelle, 5 euro per gli hotel a 5 stelle. Con alcune esenzioni, ad esempio per i minori di 14 anni, le persone che debbono effettuare visite mediche, cure o terapie in day hospital, gli sfollati per abitazioni inagibili a seguito di provvedimenti emergenziali.

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Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 27 Marzo 2024
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