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“KTM è il miglior partner possibile: MV Agusta resterà a Varese per crescere”

Timur Sardarov parla dopo la cessione della maggioranza di MV al colosso austriaco. «Non ci saranno tagli sul personale: produrremo alla Schiranna. Ritorno alle gare? Spero a breve»

timur sardarov mv agusta

Che la strada fosse quella, lo si sapeva già. Che venisse percorsa così velocemente invece è stata una sorpresa. E come tutte le sorprese ha generato attenzione ma anche un poo’ di apprensione. Fatto sta che, con due anni di anticipo sul previsto, gli austriaci di KTM hanno “ritirato” la maggioranza assoluta delle quote di MV Agusta salendo dal 25,1% al 50,1% e lasciando alla famiglia Sardarov il restante 49,9%.

La notizia è stata resa nota venerdì scorso attraverso i comunicati delle due aziende (per KTM è stato emesso dalla capofila Pierer Mobility AG) nei quali si riporta anche il nome del nuovo presidente e CEO di MV Agusta, Hubert Trunkenpolz, già membro del board di Pierer. Nello stesso documento – la cosa che più ci preme – è scritto chiaramente che l’azienda dovrà crescere e dovrà farlo nella sua sede naturale, Varese.

Timur Sardarov, l’imprenditore russo che ha condotto MV Agusta negli ultimi anni, rimarrà inoltre in società come vicepresidente e consulente: lo abbiamo incontrato nel suo ufficio alla Schiranna per chiedergli cosa cambierà – e cosa rimarrà invariato – a Varese dopo questo ennesimo passaggio di mano dell’azienda che produce moto da favola e che per questo è stata contesa nel corso degli anni da numerosi gruppi industriali.

La maggioranza di MV Agusta è arrivata nelle mani di KTM prima del previsto. Come mai ciò è avvenuto? Dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento di quote da parte di Pierer?

«Lavorando insieme, noi e KTM, abbiamo capito che questo tipo di accordo è la soluzione migliore per tutti in questo momento. Detto questo, no: non prevediamo che KTM aumenti ulteriormente la sua quota in MV Agusta».

Da CEO a vicepresidente: come cambierà il suo lavoro da qui in avanti?

«Lavorerò un po’ meno (ride ndr) dopo 5 anni in cui ci siamo impegnati duramente anche per affrontare la crisi causata dal Covid oltre che la gestione dell’azienda. Noi però non resteremo passivi nell’amministrazione: restiamo pienamente inseriti nel quadro organizzativo e parteciperemo a tutte le decisioni richieste nel guidare la società».

Si ritiene soddisfatto di questi ultimi 5 anni trascorsi alla Schiranna? Ha qualcosa di cui rimproverarsi?

«Sono soddisfatto per la partnership con KTM perché, ripeto, credo sia stato l’accordo migliore per garantire il futuro all’azienda. Certo, se non ci fosse stato il covid con relativa crisi sarebbe stato meglio. Per quanto mi riguarda non penso di avere qualcosa da rimproverarmi: sono piuttosto contento di quanto ho fatto in anni che non sono stati facili. Abbiamo approfondito i problemi che avevano afflitto la società nei tempi precedenti alla nostra gestione (il riferimento è anche all’uscita dal concordato preventivo ndr) ed è stato difficile risolverli, ma questa è stata una buona lezione. Però ora MV Agusta genera profitti, sta crescendo e sta di nuovo rendendo Varese famosa nel mondo delle moto».

Lei cita Varese e la domanda è d’obbligo. Cambieranno i progetti sulla città, ora che la maggioranza è austriaca?

«MV Agusta resterà a Varese e continuerà il proprio percorso: rimarrà  un’azienda indipendente da KTM per il design, per la produzione, per la ricerca e sviluppo: niente di quanto è fatto qui sarà spostato in Austria. Anzi, espanderemo la nostra presenza a Varese e aumenteremo la produzione».

Ci saranno tagli a livello di occupazione? Se sì, in quale comparto?

«Non ci saranno tagli. Ho dato la mia parola e questo fa parte dell’accordo con KTM: nel contratto è scritto nero su bianco che l’azienda non si sposterà da qui. Per il momento non abbiamo ancora parlato con i sindacati, ma siamo vicini alla comunità locale: rimarremo alla Schiranna e cresceremo alla Schiranna. MV è nata qui e non se ne andrà via. E io nemmeno: amo molto Varese e sono contento di essermi trasferito qui a vivere».

È soddisfatto anche della produzione e della vendita delle moto o si aspettava numeri migliori?

«Pensavo onestamente che le vendite raggiungessero cifre superiori dopo gli anni del covid, ma è anche vero che è stato difficile affrontare tutti i problemi incontrati da MV Agusta in questo periodo. Non dimentichiamo le fatiche dovute all’approvvigionamento dei materiali e i ritardi dovuti alla logistica che hanno caratterizzato gli ultimi anni. Però abbiamo lavorato insieme a KTM per migliorare la distribuzione a livello internazionale: il focus attuale è sulla distribuzione, sui servizi ai venditori e i clienti. Sulla produzione invece non abbiamo problemi: Schiranna ha una capacità massima per costruire 15mila moto all’anno grazie all’avvio della seconda linea produttiva (dedicata alle tre cilindri mentre le quattro cilindri saranno assemblate sulla vecchia linea ndr). Per adesso siamo tra le 6 e le 7 mila unità ma cresceremo non appena la rete vendita sarà consolidata (il comunicato di Pierer indica di voler superare le 10mila moto ndr).

Quali sono i suoi rapporti con Stefan Pierer, il gran capo di KTM, e con il nuovo presidente di MV Agusta Hubert Trunkenpolz?

«Sono molto buoni e sono rivolti a pensare il meglio per MV Agusta. Se tra di noi non ci fossero stati buoni rapporti non saremmo arrivati a questo punto della trattativa con l’aumento di KTM nella proprietà dell’azienda».

Siamo sempre curiosi di sapere quale moto sta guidando in questo momento.

«La nuova Enduro Veloce che poi sarà presentata a inizio aprile in Sardegna davanti a una platea di giornalisti specializzati, per poi essere commercializzata».

Intanto si sente parlare di un possibile ritorno al mondo delle corse. Cosa ci può confermare a riguardo?

«Questo magari sarà l’argomento di una prossima intervista qui da me, alla Schiranna (ride ndr). Però sì, tutto sommato è una possibilità e spero che presto verrà presa qualche decisione a riguardo».

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it
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Pubblicato il 19 Marzo 2024
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