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Le opposizioni di Gallarate chiedono all’amministrazione di eliminare la tassa di soggiorno

Il Pd, i liberal di PiùGallarate, le civiche Obiettivo Comune e Città è Vita, la Lista Silvestrini presenteranno in consiglio comunale la proposta di revocare l'istituzione della tassa, contestata dagli operatori cittadini del settore

tassa soggiorno gallarate

Tutte le opposizioni di Gallarate si sono unite, al di là delle differenze, per chiedere l’abolizione della tassa di soggiorno, approvata dalla maggioranza alla fine del 2023 e che dovrà entrare in vigore da meno di un mese.

Le diverse liste – il Pd, i liberal di PiùGallarate, le liste civiche Obiettivo Comune e Città è Vita, la Lista Silvestrini – si muoveranno insieme e «proporranno una convocazione del consiglio comunale con all’ordine del giorno la revoca del regolamento che ha istituito a fine 2023 la tassa di soggiorno», dice Giovanni Pignataro, capogruppo del Pd.

«I nostri albergatori non erano neppure a conoscenza di questa iniziativa» contesta Sonia Serati, di Più Gallarate. «Una imposta che renderà meno attrattiva la nostra città»

«Saremo l’unico comune con la tassa di soggiorno intorno a Malpensa» aggiunge Massimo Gnocchi (Obiettivo Comune Gallarate) che in consiglio comunale a novembre 2023 aveva sollevato la questione dell’aggravio burocratico che la nuova imposta imporrà agli esercenti di hotel, b&b, case vacanze, alloggi brevi. «Faccio mia la posizione del coordinatore di Fratelli d’Italia e deputato Andrea Pellicini, che si era detto totalmente contrario all’introduzione a Luino: crediamo il centrodestra debba ascoltare un saggio operatore della politica».

I titolari di alberghi e b&b di Gallarate si stanno mobilitando contro la tassa di soggiorno

La conferenza stampa si è tenuta davanti all’hotel Astoria, storico hotel gallaratese (tutti e tre gli hotel attivi in città, insieme ad altre 21 realtà, hanno aderito all’appello per l’abolizione dell’imposta). «Ricordiamo che non c’è neppure un corrispettivo investimento nel marketing territoriale» incalza Cesare Coppe di Città è Vita, «il capitolo del marketing a bilancio ha zero euro». Dubbi anche sul fronte delle entrate, previste per 200 mila euro, «ma non sappiamo quanto costerà al Comune la verifica e l’accertamento».

Pubblicato il 09 Marzo 2024
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