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Al castello di Somma Lombardo la storia si scopre dai documenti antichi in mostra

La Fondazione Visconti promuove un'esposizione, aperta per due domeniche, di carte dal Quattrocento al Novecento: tra cartigli, firme di imperatori e sigilli di ceralacca

mostra castello Somma Lombardo

Il nome dell’imperatore è ancora lì, sulla carta, nonostante siano passati 460 anni: al castello di Somma Lombardo, nella torre che ospita l’archivio, c’è anche un documento di Filippo II, l’imperatore che regnava su domini tanto vasti su cui «non sorge né tramonta mai il sole».

È uno dei documenti originali che saranno esposti al castello Visconti di San Vito, un’occasione preziosa (due sole domeniche, 26 maggio e 2 giugno) per vedere da vicino la “materialità” della storia, quei documenti che – insieme ai monumenti – ci consentono di raccontare la realtà dei secoli alle spalle.

Maurizio Maria Rossi, coadiutore del presidente della Fondazione, e Lorenzo D’Ancona, addetto culturale, spiegano che la mostra è nata dal restauro di un quadro settecentesco raffigurante di due cavalieri (il Duca di Lorena e Duca di Baviera, durante l’assedio di Buda). «E da qui si è partiti con l’idea di una mostra documentale negli anni dominazioni straniere sulla Lombardia, dal 1483» spiegano. «È stata allestita in collaborazione con le archiviste Enrica Panzeri e Nadia Carrisi che nel 2017 hanno curato il regesto dell’archivio».

mostra castello Somma Lombardo

Rossi e D’Ancona mostrano le carte, esposte con massima attenzione, protette da pannelli trasparenti ma capaci di emozionare. «Questa è la patente con cui il re di Francia Luigi XII nel 1501 definiva il rilascio dei beni di Battista Visconti» spiega D’Ancona.
Il Visconti – cosignore di Somma e Agnadello – aveva partecipato alla rivolta di Ludovico Sforza ed era finito imprigionato: con quell’atto Luigi XII li riconsegnò i suoi beni. E oggi il documento è ancora lì a raccontarlo agli storici, con i grossi sigilli di ceralacca che garantivano che era decisione di re. (nella foto di apertura)

Il documento è conservato nella prima sezione della mostra,“Signori e duchi”, nella cosiddetta Sala della Vanità del castello.  Tra le altre carte esposte c’è appunto anche quella con cui l’imperatore Filippo II nel 1584 concedeva una pensione di 500 scudi a Ermes Visconti, per i suoi servigi d’arme.

mostra castello Somma Lombardo

Il nome di Ermes Visconti ritorna anche nella sezione successiva, “Tra Somma e Roma”, allestita nella Sala del Papa e dedicata appunto alla relazione con i pontefici.

Terza sezione quella otto-novecentesca, nella Sala degli Eremiti. Per il XIX secolo la figura di riferimento è Carlo Ermes Visconti, «che ebbe una intensa vita politica a Milano, fu anche fondatore del museo del Risorgimento, ma ebbe anche un ruolo diplomatico». E proprio a questo si riferiscono due documenti esposti: quello con la firma di Luigi I di Braganza che nel 1873 nomina il Visconti a console del regno lusitano a Milano. E il corrispondente documento di approvazione della nomina da parte di Vittorio Emanuele II re d’Italia.

mostra castello Somma Lombardo

Quanto al Novecento, la sezione è un omaggio a Gabrio Visconti di San Vito, ultimo “signore del castello”, con due documenti del 1971 e 1981 che sanciscono altrettanti titoli del Sovrano Militare Ordine Malta.

La mostra come detto sarà aperta per due domeniche, il 26 maggio e il 2 giugno 2024, dalle 10 alle 18.
Il sabato 25 è prevista una conferenza con la partecipazione del presidente della Fondazione avvocato Gaetano Galeone presidente, dell’avvocato Massimo Palazzi (studioso e presidente della Società Gallaratese di Studi Patri), del professor Alfredo Lucioni e del dottor Francesco Bozzi, docenti rispettivamente alla Università Cattolica e alla Statale di Milano.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 23 Maggio 2024
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