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A Somma Lombardo una “Liberazione sobria” nello stile di Papa Francesco e in memoria di Mirella Cerini

Rose bianche all’occhiello, partigiani - "ribelli per amore" - nel cuore: il discorso del sindaco Bellaria per l’80° della Liberazione

25 aprile a Somma Lombardo

Una commemorazione della Liberazione improntata alla “vera sobrietà”, quella che si è svolta oggi a Somma Lombardo, in occasione dell’80° anniversario del 25 aprile. Un tono misurato ma intenso, che ha saputo coniugare il ricordo della Resistenza con l’omaggio alla figura di Papa Francesco, scomparso in questi giorni, e a quello della sindaca di Castellanza Mirella Cerini, ricordata con affetto e riconoscenza.

«Oggi siamo stati ufficialmente invitati a celebrare l’ottantesimo anniversario della Liberazione ‘con sobrietà’, visto il (doveroso) lutto nazionale proclamato per la scomparsa di Papa Francesco»  ha esordito il sindaco Stefano Bellaria. Un invito accolto non solo per rispetto istituzionale, ma anche perché, come ha sottolineato, «Papa Francesco ha incarnato la Sobrietà come stile di vita».

Il primo cittadino ha tracciato un profilo personale e politico del Pontefice, ricordando come, da arcivescovo di Buenos Aires, «Girava la città in metropolitana e trascorreva più tempo nei quartieri poveri che nei palazzi curiali. E, una volta eletto, ha scelto di chiamarsi Francesco, in onore del Santo ‘Sobrio’ per antonomasia, e rinunciando agli appartamenti pontifici per vivere a Santa Marta, tra la gente, spostandosi in una vecchia Ford Focus come auto d’ordinanza».

«Uno stile sobrio, il suo – ha detto ancora Bellaria – Così differente da quello di chi divide il mondo e le creature in bianche e nere, giuste e sbagliate…». Il sindaco di Somma ha poi sottolineato l’importanza del suo impegno per la libertà e la giustizia, cresciuto durante «L’orribile, concreto, significato di ‘Dittatura’ vissuto in Argentina, esperienza che lo ha reso un’instancabile seminatore di Speranza».

25 aprile a Somma Lombardo

Il filo conduttore del discorso si è poi saldato idealmente ai valori della Resistenza. «Lo stile di Papa Francesco, proprio oggi, ricorda quello di molti ‘ribelli per amore’» ha detto il sindaco, evocando  «Una società in cui ciascuno possa sentirsi ‘a casa’». Ha citato il coraggio di chi ha rifiutato il richiamo alle armi del regime mussoliniano: «Avrebbero poi potuto nascondersi o riparare in Svizzera, invece hanno preferito fare la propria parte e dire un SI alla lotta per un’Italia veramente e finalmente libera». Una lotta che ha incarnato lo spirito stesso dell’Inno nazionale: «Hanno pienamente incarnato la strofa finale del nostro Inno […] ‘Siam pronti alla morte, l’Italia chiamò!’».

Nel discorso, ha ricordato anche esempi concreti di resistenza locale citando per esempio la serata precedente, in cui «Abbiamo visto e ascoltato la testimonianza di Guglielmo Giusti, la cui “incoscienza” giovanile si trasformò in una scelta morale e politica netta contro il fascismo».

Il tributo è proseguito con il ricordo di Carlo Garzonio, partigiano “Nuvola”, «Giovane Mezzanese ucciso a Invorio dalla ferocia nazifascista a meno di un mese dalla fine della guerra», e con la lettura dei nomi dei concittadini caduti, «Un modo sobrio, ma vero, per fare memoria e ridare dignità al volto, altrimenti anonimo, di chi ha perso tutto a causa della follia di una dittatura».

Un passaggio toccante è stato dedicato a Mirella Cerini, sindaca di Castellanza scomparsa un anno fa, al termine delle celebrazioni del 25 aprile: «Anche Mirella, a suo modo, è stata una ‘ribelle per amore’. Ha infatti amato i suoi concittadini spendendosi per loro, letteralmente, fino all’ultimo, con il solo desiderio di promuovere, concretamente, a piccoli passi, il bene comune. La sua determinazione, il suo sorriso, la sua passione per la ‘bella politica’, mancano ogni giorno di più».

Per rendere omaggio al Papa e a tutte le vittime delle dittature, Sindaco e Giunta hanno indossato all’occhiello una piccola rosa bianca, come quella, che le ‘Madres di Plaza de Mayo’ donarono al Pontefice. e simbolo anche dei giovani bavaresi giustiziati dal regime nazista. «Questo a testimoniare, ancora una volta, che la Resistenza al nazifascismo fu un fenomeno popolare ed internazionale».

A chiusura del discorso, il sindaco ha citato le parole di Pietro Calamandrei, definendole “sobrie, ma decisamente attuali”: “La libertà è come l’aria. Ci si accorge di quanto vale solo quando comincia a mancare”.

Un invito chiaro, rivolto a tutti, a custodire con consapevolezza e gratitudine il valore della democrazia e della libertà.

Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it
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Pubblicato il 25 Aprile 2025
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