Ex comandante della Polizia Locale di Ferno rompe il silenzio: “Mai commesso illeciti, sempre operato nella legalità”
Nicolò Rachele, attuale comandante di Casorezzo e, a scavalco, a Lonate Pozzolo spiega il suo punto di vista sulla vicenda giudiziaria che lo ha riguardato

Dopo un lungo silenzio, Nicolò Rachele, ex comandante della Polizia Locale di Ferno e Malpensa, decide di intervenire pubblicamente sulla vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto e dalla quale è stato definitivamente prosciolto. A supportarlo nella decisione di rendere pubblica la propria versione dei fatti è il suo nuovo legale, l’avvocato Ignazio Cannella.
“Una vicenda strumentalizzata: i fatti parlano chiaro”
Rachele ricostruisce la vicenda partendo dalle dichiarazioni pubbliche rilasciate in più occasioni dal sindaco di Ferno, il quale – a suo dire – avrebbe fatto “esternazioni ed insinuazioni” sulla sua condotta, richiamando i temi della legalità e della trasparenza.
Secondo quanto riferito dall’ex comandante, al centro dell’intera questione vi sarebbe stato il concorso pubblico indetto a gennaio 2023 per l’assunzione di due agenti di Polizia Locale, annullato dopo che un’anonima segnalazione giuridicamente dettagliata aveva evidenziato un errore nella pubblicazione da parte dell’ufficio personale del Comune.
La perquisizione e l’archiviazione
Il 10 novembre 2023, alle prime luci dell’alba, la Guardia di Finanza si presentò presso l’abitazione di Rachele per una perquisizione domiciliare e veicolare, con contestuale sequestro del telefono cellulare. A darne impulso fu una denuncia presentata dal sindaco di Ferno, relativa al concorso annullato in autotutela. «Non fu trovato nulla a mio carico, né durante la perquisizione né successivamente», sottolinea l’ex comandante, ribadendo con fermezza di non aver mai commesso alcun illecito.
Il procedimento penale si è chiuso definitivamente il 15 giugno 2024 con un decreto di archiviazione emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, Stefano Colombo. Già a marzo il Pubblico Ministero aveva proposto l’archiviazione, non impugnata dall’Amministrazione comunale. Nelle motivazioni si legge che “gli elementi acquisiti non consentivano di formulare una ragionevole previsione di condanna”.
“Sempre trasparente nell’esercizio delle mie funzioni”
Rachele rivendica il proprio operato improntato «alla trasparenza, alla legalità e al pieno rispetto delle funzioni affidategli». Afferma che l’unica “colpa” che gli si possa imputare sia quella di «conoscere tante persone», fatto ritenuto normale in virtù della lunga esperienza maturata nell’ambito della formazione di civili e poliziotti in difesa personale e tecniche operative.
Nonostante il definitivo proscioglimento, l’ex comandante denuncia il continuo proliferare di «notizie e commenti falsi» sui social network, riservandosi di tutelare i propri diritti in ogni sede competente.
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