Quantcast

Gino Cecchettin chiede un confronto con il giovane della Valle Olona arrestato per stalking che scrisse “Capisco Turetta” alla sua ex

Il padre di Giulia Cecchettin si esprime dopo l'arresto di un giovane per stalking nei confronti della fidanzata, invitando i giovani a confrontarsi per comprendere la gravità della violenza

giulio cecchettin liceo dei tigli gallarate

Dopo l’arresto di un giovane di 23 anni della Valle Olona, accusato di stalking nei confronti della fidanzata e dei suoi familiari, Gino Cecchettin, padre di Giulia, vittima di femminicidio, ha chiesto un confronto diretto con i ragazzi che esaltano figure come Filippo Turetta, l’assassino della figlia. Lo ha fatto in una delle tappe del suo giro nelle scuole italiane, questa volta davanti a una platea di studenti dell’istituto Modugno di Conversano, in provincia di Bari, del liceo Carlo Porta di Monza e del liceo artistico Boccioni di Milano.

Il giovane arrestato aveva infatti scritto alla sua fidanzata, dopo un banale diverbio, una frase choc: “Capisco le persone come Filippo Turetta. Non giustifico il gesto ma ne comprendo le motivazioni”, riferendosi al killer di Giulia Cecchettin, recentemente condannato all’ergastolo.

Gino Cecchettin ha espresso il desiderio di avviare un dialogo con chi, come il 23enne arrestato, esprime pensieri violenti, suggerendo che questi giovani abbiano bisogno di comprendere che esistono modi diversi di affrontare i conflitti. “Vorrei un confronto con chi esalta la violenza. Bisogna parlare con loro, non attaccarli”, ha dichiarato Cecchettin, sottolineando che la violenza non può mai essere giustificata, ma che il confronto può aiutare a cambiare la mentalità.

Il padre di Giulia ha poi esteso il suo appello a tutti i giovani che esprimono ammirazione per atti violenti, come quello commesso da Turetta, e ha invitato a riflettere sulle conseguenze devastanti di comportamenti simili. Gino Cecchettin ha aggiunto che vorrebbe che questi ragazzi potessero sperimentare “una settimana della vita di Turetta oggi” per comprendere la gravità di ciò che significa uccidere una persona.

La vicenda del giovane arrestato a Gallarate, che ha minacciato la sua fidanzata dopo un litigio, è l’ennesimo segnale di allarme sui crescenti episodi di violenza legati a comportamenti possessivi e di controllo nelle relazioni. Il ragazzo, con precedenti per maltrattamenti, aveva intrapreso un’escalation di minacce nei confronti della giovane, arrivando a fare dichiarazioni inquietanti come “andrei a casa della ragazza per ucciderla”. La polizia, dopo aver monitorato la situazione, ha arrestato il giovane grazie all’istituto della flagranza differita, evitando così una tragedia.

Nel frattempo, la fondazione di Gino Cecchettin continua il suo lavoro di sensibilizzazione, con corsi nelle scuole per insegnare ai giovani il rispetto reciproco e prevenire la violenza di genere. Cecchettin ha dichiarato che la sua missione è quella di insegnare un altro modo di pensare, partendo dai più giovani per prevenire comportamenti violenti prima che si traducano in atti irreparabili.

Pubblicato il 07 Maggio 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore