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Il volontario si finge clochard durante lo sgombero a Malpensa. “Cacciato dicendo che bivaccavo”

Emilio Lonati si è presentato alla polizia spontaneamente, dicendosi senzatetto. "Nel verbale con cui mi hanno multato e allontanato si dice che stavo bivaccando". L'invito al prefetto a riprendere il protocollo sui senzatetto

Controlli malpensa

Per la seconda volta – dopo febbraio 2025scatta lo sgombero ‘massivo’ dei senzatetto a Malpensa, con decine di clochard allontanati. E questa volta Emilio Lonati, volontario della rete Sos Stazione di Busto che aiuta le persone senzatetto e in difficoltà, ha voluto verificare “sul campo”.

«Mi sono recato in aeroporto, mi sono presentato alla polizia e mi sono qualificato come clochard» racconta Lonati. «Mi sono stati ritirati i documenti, sono stato portato in una stanza. Verso le 24 mi hanno riconsegnato i documenti e consegnato un provvedimento Daspo, con sanzione da 100 a 300 euro e allontanamento immediato dall’aeroporto, per 48 ore»

Nel verbale consegnato, sottolinea Lonati, è scritto che «bivaccando impedivo la libera accessibilità alle infrastrutture», la dicitura in effetti poi citata anche dalla nota della Questura di Varese all’indomani (qui il racconto della notte; nella foto di apertura uno dei momenti di controllo, al piano stazione).
L’accusa ai senzatetto viene contestata da Lonati: «Io mi sono presentato di persona, non ero sdraiato a terra. Un agente mi ha guardato un po’ allibito e io ho detto che ero lì da qualche giorno e che volevo seguire il destino dei miei amici che venivano allontanati».

Al di là del fatto che Lonati non stava bivaccando in alcun modo, il volontario in generale contesta l’idea che viene data delle persone senzatetto: «In realtà tutti si mettono a dormire in un angolo, defilati, senza dare fastidio. Di certo non impediscono l’accesso».

Emilio Lonati

Molti dei clochard si appoggiano alle mense per persone in difficoltà sul territorio, a Busto, Gallarate, Milano. E poi vanno a dormire la notte a Malpensa, dove trovano caldo (in inverno) e soprattutto maggiore sicurezza rispetto ai giacigli in strada o edifici abbandonati.
«Chi è senzatetto è senzatutto», dice ancora Lonati. «È una persona che ha perso la salute e la famiglia, un disperato. E i disperati si aiutano, non si cacciano in nome delle Olimpiadi invernali».

Al di là dei princìpi generali, Lonati richiama comunque anche un percorso già avviato e che a suo parere viene disatteso dagli sgomberi di massa: «Questo modo di operare contrasta con il protocollo sottoscritto in prefettura a luglio 2023». E proprio al prefetto di Varese si appella perché riparta un percorso di assistenza e possibile reinserimento delle persone in difficoltà.

La presenza di persone senzatetto negli aeroporti, va ricordato, non è un fenomeno solo italiano, ma è diffuso in diversi scali in Europa, che vengono considerati come un luogo sicuro dalle persone senza casa. A Madrid sono centinaia: l’ultimo sgombero ha allontanato ben 500 persone in una sola notte.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 21 Maggio 2025
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