La banda, le tavole e la bandiera: la Casa del Popolo di Cardano “punto di incontro e di coesione”
La cooperativa fondata nel 1905 ha festeggiato 120 anni di attività. Un secolo e più basato sul volontariato, sul contributo di ognuno secondo le sue possibilità, sull'apertura per farne un luogo delle differenze

Le lunghe tavolate, la banda, l’antica bandiera, parole di solidarietà. Nella giornata del Primo maggio, festa dei lavoratori, alla Casa del Popolo di Cardano si è celebrato l’anniversario dei 120 anni della cooperativa, nata – per la precisione – il 19 aprile 1905, come “Società cooperativa di consumo di Cardano al Campo”.
«Dalla sua fondazione ad oggi ritrovo delle caratteristiche che si sono trasmesse nel tempo: la capacità di essere punto di incontro di unione e non di divisione; ospitare associazioni e partiti politici; l‘attenzione all’istruire (alla cultura) per quello che si fa e si propone in questi spazi; l’apporto volontario e gratuito dei soci (e non solo) nei vari ambiti e bisogni della Cooperativa» ha detto il presidente della cooperativa, Daniele Crespi, nel suo intervento, che ha seguito quello del sindaco.
«Qui a Cardano siamo molto sensibili alla socialità. E qui vediamo un esempio positivo, che va avanti da 120 anni» ha detto il sindaco Lorenzo Aspesi. «Voglio portare un ringraziamento alle generazioni precedenti; 14 anni c’è stata una nuova generazione [che ha riaperto su nuove basi il circolo, divenuto Quarto Stato), oggi abbiamo visto una nuova generazione portare la bandiera» ha detto riferendosi ai ragazzini che fanno già parte dell’universo della cooperativa.
«Nella società di oggi che punta sull’individualismo, sulle divisioni, sul dare importanza solo a quello che porta un guadagno, la cooperativa e il suo circolo hanno un ruolo importante» ha continuato poi il presidente Daniele Crespi, sottolineando che circolo e cooperativa sono «punto di incontro e di coesione, che è capace di sottolineare i punti in comune e non quelli di divisione», luoghi fisici (alcuni dei muri sono ancora quelli originari del 1905) capaci di «offrire uno spazio dove potersi esprimere liberamente, dando spazio all’arte e alla cultura».
Libertà e insieme rivendicazione dei «valori imprescindibili dell’antifascismo, accoglienza, uguaglianza e libertà».

Quante generazioni sono passate in 120 anni, quante vite?
Difficile fare un elenco, ma come ogni anno nel discorso c’è anche lo spazio per ricordare i soci che se ne sono andati. Quest’anno i nomi erano quelli di Tacchi Piergiorgio, Visentin Ivanello, Macchi Ornella e Bertolasi Mauro, cardanesi che hanno creduto nella cooperazione e nel costruire insieme.
La giornata di celebrazione è stata programmata al Primo maggio, che è appuntamento fisso del circolo: un giorno di festa vera, di riposo (ma con tanti volontari impegnati) e insieme di socialità libera, anche tra generazioni diverse.

Quella di Cardano è una delle cooperative che ancora sa farlo e lo celebra proprio al Primo maggio. Nel Nord della provincia un altro esempio è il circolo Cavallotti che ogni anno onora la festa dei lavoratori con un corteo e un momento conviviale.
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