Quantcast

“L’avventura nell’eccellenza del sistema sanitario lombardo e dell’Asst Valle Olona”

Lettera sfogo dei famigliari di una donna di 85 anni con un'ernia discale che le procurava grande sofferenza e che è riuscita a curare solo grazie a interventi privati

computer studio medico

Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata che racconta le difficoltà incontrate da un’anziana di 85 anni a ottenere sollievo dal dolore. Lo sfogo dei famigliari davanti ad ostacoli e poca attenzione del sistema pubblico


Lo scorso 28 aprile mia madre di 85 anni inizia ad avere una violenta lombosciatalgia. Si capisce subito che non si tratta di una situazione comune: le punture di Toradol non fanno niente e il dolore diventa sempre più violento: è obbligata a letto, in lacrime, giorno e notte.

Il primo problema è che il medico di base, pur di fronte a una paziente ormai intrasportabile, non esce a visitarla. Già una volta aveva affermato che non è prassi sua né dei colleghi dello studio nel quale lavora. Ci invia però una prescrizione per un oppioide, la buprenorfina, ma neanche questa funziona: mia mamma piange per il dolore giorno e notte.

Sempre per mail poi ci spedisce una ricetta per il Fentanil 25 che poi associamo a toradol , oki e tre tachipirine al giorno senza beneficio. Il tutto si aggiunge ai numerosi farmaci che mia madre assume in terapia cronica. Siamo oltre alla soglia dell’intossicazione da farmaci.

Come ne usciamo visto che medico e paziente sono due sfere che nella loro rotazione non si incontreranno mai? Chiamando a casa un altro medico che, visitata la mamma e constatata la serietà della situazione e date le molteplici cause possibili, ne consiglia il ricovero con relativa prescrizione.

La mamma sta davvero male malgrado la terapia. L’ambulanza la conduce al PS di Busto Arsizio (è il 5 maggio) ove un medico, senza neppure non dico visitarla ma almeno sfiorarla, sentenzia che quella schiena ha 85 anni e potrà solo peggiorare. Rifiuta il ricovero e, in modi poco urbani, senza visita e senza esami ci rispedisce a casa. Ovviamente come solventi (ci dà l’elenco delle ambulanze a pagamento).

Di fronte all’osservazione che dall’esordio non è più in grado di andare in bagno la risposta è lapidaria: “le compri i pannoloni!”. Paghiamo le tasse per un servizio sanitario in cui operano medici che neanche ti visitano? Evidentemente sì visto che poi nel referto è riportato che è stata eseguita una manovra clinica che nella realtà non è mai stata eseguita: Lasègue positivo. Peccato solo che il medico privato poche ore prima avesse scritto che non era positivo! Come è possibile? Semplice: il medico privato aveva davvero eseguito la manovra e non scritto un copia-incolla!

Dato comunque che la terapia prescritta a occhi chiusi dal luminare del PS (cortisone per bocca) non sortisce risultato alcuno ma solo effetti collaterali richiamiamo il medico di base che ci invia la ricetta per il Fentanil, questa volta 50 e non 25. Con Toradol e compagnia bella. Senza effetti. La mamma è stremata dal dolore H24 e dalla mancanza di sonno e tutta la famiglia ormai è psicologicamente molto provata.

Decidiamo per una risonanza (a pagamento: col SSR primo appuntamento a due mesi) che evidenzia una grave compressione radicolare (e non nervosa, cosa che spiega il Lasègue negativo). Su consiglio del cardiologo (mia madre è pluriinfartuata e vasculopatica) prenotiamo anche una ecografia colordoppler dell’aorta addominale: col SSR appuntamento a tempi biblici … privatamente in 5 giorni! Il medico di base ci prescrive poi un appuntamento presso un servizio di terapia del dolore con priorità 10 giorni. Ce lo danno a 11 ma alle 8 del mattino a Bollate!! E come ci arriviamo a Bollate alle 8 del mattino? Ma se non riusciamo neppure ad arrivare allo studio del medico di base…

Alla fine il medico privato ci indica un centro non convenzionato vicino a noi dove con alcune sedute di ozono terapia (250 euro a seduta) l’ernia che comprime le radici nervose viene trattata e il dolore diminuisce entro livelli accettabili.

Recentemente il Presidente della Regione Fontana si era indispettito perché il governo aveva declassato il sistema sanitario lombardo ma noi piuttosto ci chiediamo in che mondo viva il sig. Fontana: sicuramente in un mondo diverso da quello in cui vivono milioni di poveri Cristi che provano a utilizzare il nostro sistema sanitario lombardo senza ricavarne beneficio alcuno e oltretutto venendo pure trattati male. Nella nostra vicenda, infatti, solo attraverso medici e strutture a pagamento siamo riusciti a gestire la situazione.

LETTERA FIRMATA

Pubblicato il 28 Maggio 2025
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore