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“La verità viene a galla”, nelle acque del Varesotto cocaina e antibiotici

Al convegno di Alfa a Somma Lombardo emergono dati sorprendenti rispetto alle sostanze chimiche presenti nei campioni provenienti dai depuratori di Gavirate e Lonate Pozzolo. Mentre la scienza cerca nuove armi contro i batteri resistenti

Alfa somma lombardo

In provincia di Varese si consuma più cocaina della media italiana. Le acque reflue diventano specchio delle nostre abitudini. È uno dei dati più sorprendenti emersi dal convegno “La verità viene a galla”, promosso da Alfa – gestore del servizio idrico integrato della provincia – che si è svolto oggi pomeriggio, sabato 14 giugno, nel Castello Visconti di San Vito. Un convegno organizzato in occasione dei dieci anni di Alfa, su un tema un “un po’ fuori dagli schemi” ma che rivela come Alfa sia parte integrante del territorio, ne racconti le bellezze e ne analizzi tutti gli aspetti che la caratterizzano, come ha ricordato il presidente Paolo Mazzucchelli.

L’incontro ha acceso i riflettori anche su uno dei temi più urgenti della sanità pubblica: l’antibiotico-resistenza.

Grazie a uno studio condotto in collaborazione con l’Istituto Mario Negri e l’Università dell’Insubria, Alfa ha potuto analizzare le acque in entrata e in uscita dai depuratori di Sant’Antonino (Lonate Pozzolo) e di Gavirate. I risultati, tradotti in dosi giornaliere ogni mille abitanti, hanno permesso di restituire un quadro oggettivo del consumo di antibiotici e sostanze stupefacenti. Lo studio ha riguardato i due depuratori che di fatto coprono un terzo della popolazione servita da Alfa: quello di Gavirate serve gli abitanti di Varese e dei Comuni intorno al Lago di Varese, quello di sant’Antonino, quelli a sud della provincia.

Le analisi hanno dimostrato che droghe e antibiotici (ma anche gli anticoncezionali) hanno un effetto sugli organismi acquatici. «E mentre gli effetti sulla salute umana sono ancora un po’ dubbi – ha detto la prima relatrice Annalisa Berni, responsabile Acque Reflue di Alfa, quelli che sono stati studiati sugli organismi acquatici sono abbastanza evidenti; in alcuni casi anche “un cocktail” di tante di queste sostanze ha determinato persino un cambio del sesso di alcune specie».

E veniamo ai numeri. Le concentrazioni di cocaina individuate sono risultate superiori alla media nazionale: circa 15,9 dosi al giorno ogni mille abitanti a Gavirate, e addirittura 17,7 a Sant’Antonino, contro una media nazionale di 10,8. Anche la cannabis presenta valori elevati, con picchi superiori alle 60 dosi giornaliere. «Abbiamo parecchia cocaina nelle acque della provincia di Varese – ha commentato Annalisa Berni –. I dati ci hanno sorpresi quando li abbiamo letti. Il depuratore è uno strumento fondamentale non solo per il trattamento dell’acqua, ma anche per leggere in modo scientifico e oggettivo ciò che accade nella società».

Alfa somma lombardo

Ma l’analisi si è soffermata soprattutto sul carico di antibiotici: sono stati rilevati un chilo di antibiotici ogni 1000 abitanti. «Questi dati mettono in luce un problema reale e sempre più serio  – ha dichiarato la dottoressa Anna Tosi, medico chirurgo specialista in pediatria – l’abuso di antibiotici. I numeri che emergono da questo studio mostrano quanto sia urgente un uso più consapevole dei farmaci nella popolazione».

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno nel mondo si registrano oltre 1,2 milioni di morti direttamente legati a infezioni da batteri resistenti, mentre il numero totale dei decessi correlati a infezioni è di 13,7 milioni. Senza interventi mirati e coordinati, si prevede che entro il 2050 si possano superare i 10 milioni di morti l’anno.

Lo sguardo al futuro passa anche attraverso progetti strutturati come Resistimit, una rete di monitoraggio e ricerca nazionale contro l’antibiotico-resistenza che coinvolge, oltre all’Università dell’Insubria, anche l’ASST Sette Laghi. Il progetto unisce competenze cliniche, ambientali e tecnologiche per affrontare la crisi con un approccio multidisciplinare e sistemico. Nel corso del convegno, il professor Paolo Grossi, direttore del Dipartimento Clinico e di Ricerca delle Malattie Infettive dell’ASST Sette Laghi, ha sottolineato il potenziale dell’intelligenza artificiale nell’affrontare questa crisi. «Oggi abbiamo 42 centri di raccolta dati e sfruttare l’AI può aiutarci a produrre indicatori predittivi. Questo ci consente di intercettare in anticipo segnali di rischio e migliorare le strategie terapeutiche», ha spiegato Grossi.

Tra i momenti centrali della giornata anche la presentazione della scoperta di un nuovo antibiotico, frutto di una collaborazione internazionale. A illustrarlo è stata Flavia Marinelli, del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria. Il team ha isolato una molecola, chiamata kineomicina, capace di inibire la crescita di batteri patogeni oggi resistenti alle terapie antibiotiche più comuni. «Si tratta di un passo promettente nella ricerca di nuove soluzioni, in un contesto in cui l’industria farmaceutica fatica a tenere il passo con l’evoluzione della resistenza», ha osservato Marinelli.

Ma le nostre acque rivelano anche le abitudini dei giovani, forti consumatori di Energy Drink, tutte bevande a libero accesso: di questo ha parlato Alessandro Colletti, ricercatore in scienze farmacologiche e biomolecolari. Bevande che contengono, taurina, caffeina e molto zucchero: «Spesso gli ingredienti sono risultati non di buona qualità e contaminati con sostanze non ammesse».

Dai depuratori della provincia è emersa, insomma, una fotografia nitida di come viviamo, cosa consumiamo e quali rischi stiamo correndo. Ma accanto all’allarme, il convegno ha raccontato anche una speranza concreta: la possibilità di leggere quei dati in chiave predittiva, di intervenire con intelligenza – naturale e artificiale – e di costruire reti di ricerca che partano proprio dal nostro territorio.

 

Pubblicato il 14 Giugno 2025
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