L’incidente mortale a Gallarate e la sicurezza stradale. “In questa città non si fa nulla”
Dopo la morte di Benedetto Rologeri le minoranze tornano a incalzare sulle risposte da dare sul tema. Dalla cura della segnaletica alla strategia più complessiva

La drammatica fine del pensionato Benedetto Rologeri, travolto e ucciso in via Forze Armate, riaccende l’attenzione sul tema della sicurezza stradale a Gallarate.
«Che non si muova assolutamente nulla sulla sicurezza stradale in questa città è innegabile» dice Giovanni Pignataro, consigliere di minoranza (Pd). «Ci è stato raccontato lo scorso anno che non c’è nessun problema di sicurezza, che facciamo allarmismo. Ma qui siamo alla negazione della realtà. Il tema non è tanto i singoli incidenti mortali ma la media del numero di incidenti complessivo».
Pignataro, senza attribuire responsabilità nel caso specifico, segnala la scarsa visibilità della segnaletica orizzontale: linee di arresto e passaggi pedonali in questa zona sono poco visibili.
«Quando succedono tragedie non si può dare colpe specifiche, però bisogna interrogarsi se tutto quanto possibile è stato fatto» dice Massimo Gnocchi, della lista civica Obbiettivo Comune Gallarate. «Partiamo dai dati: sono quattro anni che chiediamo ogni anno lo stanziamento per la segnaletica. La risposta è sempre la stessa: 42mila euro. Tanti o pochi? Lo stato in cui versa la segnaletica è lì da vedere. Dopo l’incidente mortale in via Varese avevo chiesto ad esempio di sistemare la segnaletica su quell’asse: sono ancora lì nello stesso identico stato. Almeno si intervenga sulle arterie principali e sui punti più pericolosi».
E tra l’altro via Forze Armate e via Torino rappresentano, in modo diverso, due vie particolarmente a rischio, per numero complessivo d’incidenti (nel 2018 erano oltre trenta in via Torino, una delle più pericolose della città) e per incidenti mortali registrati nel tempo.
Pignataro e Gnocchi intervengono dopo questo nuovo incidente, ma il tema non è certo toccato solo in questi momenti: lo scorso anno le opposizioni unite avevano fatto un’analisi dei dati sulla pericolosità complessiva e chiesto un intervento con una nuova mozione piuttosto ampia, che ipotizzava interventi ma al contempo lasciava margini di decisione (fu respinta). Lo stesso messaggio rilancia oggi Gnocchi: «Non piacciono le nostre idee per la sicurezza stradale? Dicano loro da dove partire».
Il punto di partenza, per le minoranze, resta che si devono immaginare interventi strutturali per aumentare la sicurezza e (anche) diminuire il traffico. Altrimenti la responsabilità finisce solo sulle spalle di chi – per colpa o meno, per un attimo di distrazione, per il sole negli occhi, perché troppo veloce – finisce a provocare incidenti.
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