Natan Kiboba nel carcere di Busto Arsizio racconta il suo viaggio dal Congo all’Italia: “L’ironia mi ha salvato”
Il comico, divenuto noto come co-conduttore a Le Iene, ha presentato il suo libro La luna da sotto il mare insieme all'amico Cristiano Sormani Valli. Un viaggio dalla morte bella sotto il mare ai palchi della stand up comedy

Dall’Africa all’Italia col barcone e poi una lenta risalita da Reggio Calabria fino al carcere di Busto Arsizio. Un percorso comune a tanti stranieri che affollano le celle della casa circondariale di Busto Arsizio. Natan Kiboba racconterebbe così la sua epopea, con il suo humor che non fa sconti a nessuno, nemmeno alla sua storia di sofferenza e di riscatto.
Oggi (martedì) Natan, insieme all’amico Cristiano Sormani Valli co-autore de La Luna da sotto il mare, è venuto a presentare il suo libro e a dialogare coi detenuti del gruppo lettura organizzato dall’associazione L’Oblò e da 100Venti. Natan Kiboba ha ripercorso le tappe del suo percorso dal Congo, da dove è dovuto scappare per motivi politici a soli 17 anni, fino a Milano dove è arrivato ad essere co-conduttore di una stagione de Le Iene: «Il mio libro si intitola così perchè quando mi hanno costretto a salire sul barcone non sapevo nuotare e un uomo molto più grosso di me mi ha usato come scala per salire sul gommone. Quando sono finito sott’acqua ho pensato di poter morire così, serenamente, mentre guardavo la luna piena e bellissima dal fondo del mare. Poi una voce mi ha detto “muoviti” e sono riuscito a risalire». Parole che gelano il sangue e mozzano il fiato, scritte nelle prime pagine.
Il suo libro alterna traumi e tragedie a momenti di comicità e questa è la cifra di Natan, oggi un uomo con una compagna italiana e una figlia di 3 anni e mezzo, che grazie alle sue doti innate (faceva teatro già a Kinshasa) è riuscito a ricostruirsi una vita da zero.
Ai detenuti racconta che ha visto «un 16enne uccidere a colpi di mitra ad un uomo che non voleva salire sul barcone in Libia» ma anche che quando è salito sulla nave della Marina Militare la prima cosa che ha letto «era la scritta Vietato Fumare e ha pensato che fosse il nome della nave».

Tra i detenuti c’erano anche molti stranieri che hanno letto il libro e rivissuto parte delle incredibili sofferenze a cui si è dovuto sottoporre Natan, scappato da una vita che lui non avrebbe mai voluto lasciare: «Sono sei anni che non vedo i miei genitori ma sono loro che mi hanno salvato la vita aiutandomi a partire. Alcuni miei amici, invece, li rivedrò ad un matrimonio in Belgio».
Cristiano Sormani Valli, col quale è entrato in contatto quando è arrivato a Milano come ospite di una cooperativa che aiutava disabili e migranti, nel frattempo è diventato l’amico inseparabile: «Lui – racconta l’amico – ha saputo cogliere un’opportunità perchè ha trovato qualcuno che non l’ha trattato come un numero o come un pacco postale da smistare da un centro all’altro. Questa “fortuna” non è capitata a molti di quelli che erano sul barcone insieme a lui».
Oggi Natan è un comico affermato. Dopo la prima opportunità che è arrivata con Diego Abatantuono e il suo show Eccezziunale Veramente, non si è più fermato passando da Comedy Central fino a Le Iene. Oggi gira l’Italia nei locali della stand up comedy e porta sul palco tre cose fondamentali per chi fa il suo mestiere: «La sincerità, la verità e la giusta dose di ironia. Solo così puoi fare comicità su tutto. Per chi, come me, ha dovuto affrontare prove davvero difficili è stata una terapia salva vita».
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