Piscina di Moriggia a Gallarate chiusa per un anno. “Decisione sciagurata”
I lavori previsti dopo l'estate. Le opposizioni contestano la decisione: "Si poteva intervenire con tempi diversi su aree interna ed esterna, la chiusura così non ha senso e si rischia di perdere l'utenza"

Si accende nuovamente la polemica attorno alla piscina di Moriggia. Dopo anni di attese, cambi di strategie e gestori, il progetto di riqualificazione della struttura sportiva sembra finalmente prendere forma. La scelta dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Andrea Cassani di procedere con la chiusura completa dell’impianto per un intero anno scolastico a partire da settembre 2025 ha scatenato la dura reazione dei consiglieri di minoranza.
Il centrosinistra gallaratese, che nel pomeriggio di mercoledì ha tenuto una conferenza stampa di fronte all’impianto, ha espresso forti perplessità sulla gestione della vicenda. «Inconcepibile, una scelta sciagurata» dice Giovanni Pignataro, capogruppo del Partito Democratico, riferendosi alla chiusura per i lavori.
Il punto sono le tempistiche del’intervento: Pignataro ha sottolineato che il project financing «ha delle scadenze molto ravvicinate», e che l’iter per l’affidamento dei lavori potrebbe essere soggetto a ricorsi al TAR, con possibili esiti incerti. «Lo stesso assessore Canziani, che è persona seria, dice di avere la speranza che per ottobre-novembre si cominci coi lavori e di sperare che di poter riaprire l’estate successiva. Lo speriamo anche noi, ma la programmazione dei tempi è assurda, non tiene conto delle esigenze delle famiglie e di chi nuota». Il timore è poi che ci sia un eventuale ricorso, «che è sempre possibile in casi di opere come queste che prevedono importi significative.
Inoltre, i consiglieri di minoranza presenteranno a breve una richiesta di convocazione della Commissione Bilancio per ottenere maggiori chiarimenti sul progetto.
«Ci viene chiesto un gigantesco atto di fede: non abbiamo potuto visionare i dettagli, il progetto non è stato presentato in commissione né in altra sede istituzionale. Poi dopo mesi di annunci perfino l’annuncio della chiusura arriva dall’attuale gestore, che avvisa gli utenti, e non dal Comune».
Vabbè, ma comunque il rinnovamento è necessario, l’ha sempre sollecitato anche l’opposizione.
Cosa si poteva fare?
«Hanno programmato i lavori nel periodo invernale, anziché programmare i lavori all’interno durante il periodo estivo, durante il quale si poteva usare l’esterno». Certo, avrebbe richiesto di attendere ancora mesi, ma secondo Pignataro avrebbe avuto una logica: «Partire a ottobre è una mera assurdità, che costringe le famiglie a spostarsi su altri territori, con il rischio tra l’altro che non tornino più ad usufruire della piscina comunale di Gallarate».

I rappresentanti della minoranza hanno anche ripercorso la lunga e complicata storia della piscina di Moriggia. Come ha ricordato Carmelo Lauricella (Pd), già la giunta Guenzani aveva previsto nel 2015 un investimento di 700mila euro per un primo ammodernamento, che l’amministrazione Cassani aveva poi stoppato.
Successivamente – ha sottolineato il consigliere Pd – l’attuale amministrazione ha optato per una strategia di esternalizzazione attraverso il project financing, che però ha incontrato numerosi ostacoli. Dopo il passaggio di gestione allo Sporting Club Verona nel 2019 — conclusosi con un debito di 300mila euro — e l’intervento di Ticino Nuoto, il progetto è rimasto bloccato per mancanza di partner finanziari fino al 2023, gli stessi rapporti con Ticino Nuoto sono naufragati. Solo ora, con la proposta di un raggruppamento di imprese, il Comune sembra aver trovato un partner per il rinnovo, che prevede ampio ridisegno in particolare delle aree esterne.

Margherita Silvestrini (Pd) ha criticato l’approccio della giunta, parlando di scelte non pianificate e di un progetto dettato più da esigenze elettorali che da una visione strategica: «Non è la prima volta che assistiamo a scelte non pianificate: si rincorre il consenso elettorale. Qui è solo per chiudere i lavori entro fine mandato e tagliare un nastro prima delle elezioni».
Alla conferenza stampa erano presenti anche Davide Ferrari (Pd) e Cesare Coppe (Città è Vita), che hanno condiviso le preoccupazioni legate ai tempi e alle modalità della riqualificazione. E insieme hanno ri-denunciato che la situazione è figlia di scelte strategiche errate, a loro dire, da parte dell’amministrazione Cassani dal 2016.
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