La Provincia verso un gestore unico dei rifiuti, ma Coinger sollecita il confronto
Secondo Croci e Maffioli i piccoli Comuni potrebbero rischiare di perdere flessibilità e controllo sul servizio rifiuti se dovesse passare la proposta di un gestore unico provinciale

Domani, 1° agosto, a Villa Recalcati si discuterà l’ipotesi della creazione di un “gestore unico” per il servizio rifiuti nell’intero territorio provinciale. L’idea prevede l’istituzione di un gestore unico, appunto, che avrà il compito di gestire programmazione, investimenti e tariffe in modo omogeneo. Una volta definito questo ente, sarà possibile dar vita a una società operativa incaricata di svolgere le attività quotidiane come la raccolta porta a porta, la raccolta differenziata e il riciclo.
Coinger: “Serve un vero confronto, non semplificazioni estive”
Il dibattito però si è acceso tra i protagonisti del settore. Il Presidente dell’Assemblea dei Sindaci Coinger, Mauro Croci, e il Presidente del Comitato di Controllo Analogo di Coinger, Graziano Maffioli, hanno espresso preoccupazione sul futuro del servizio rifiuti e sollecitano un confronto approfondito.
“Decidere del futuro di un servizio fondamentale come quello dei rifiuti non può avvenire né nelle segrete stanze delle segreterie di partito né a colpi di comunicati stampa, né tantomeno invocando presunte semplificazioni gestionali – si legge in un comunicato congiunto- .Sia chiaro: non intendiamo alzare muri ideologici né pronunciare “no” pregiudiziali. Al contrario, riteniamo indispensabile aprire un confronto vero, pragmatico e partecipato, che coinvolga i territori, i Sindaci e tutti gli stakeholder della filiera, prima di avviare cambiamenti tanto strutturali quanto irreversibili”.
“Attualmente – continuano Croci e Maffioli -, i nostri Comuni – grazie alla società in house Coinger – possono contare su una gestione integrata dei rifiuti costruita su misura per realtà di dimensioni contenute; prossimità decisionale e rappresentanza diretta dei Comuni nei processi di governance; qualità del servizio, garantita da puntualità, capillarità e livelli di raccolta differenziata tra i più alti del Paese; contenimento dei costi, ottenuto grazie a una struttura snella e cooperativa; capacità di adattarsi con flessibilità alle esigenze locali (ritiri domiciliari, servizi a chiamata, supporto a manifestazioni pubbliche, spazzamento strade, distributori locali di dotazioni, ecc.).
Tutto questo è possibile solo grazie a un modello vicino ai cittadini e alle amministrazioni, non certo con un sistema centralizzato, che rischia di standardizzare servizi pensati per realtà completamente diverse dalle nostre”.
“Va inoltre ricordato un dato oggettivo e spesso trascurato: sono i piccoli Comuni a registrare i più alti livelli di raccolta differenziata, con percentuali da primato che attestano l’impegno dei cittadini e l’efficienza di un sistema che funziona. Rimettere tutto in discussione senza una valutazione tecnica approfondita e senza ascoltare chi quotidianamente amministra il territorio è un errore di metodo prima ancora che di merito”.
Ed è a questo punto che Croci e Maffioli sollecitano il confronto: “Alla luce della prospettiva di un unico gestore provinciale, riteniamo dunque necessario mettere in evidenza le criticità reali e sollecitare un percorso di approfondimento trasparente, libero da condizionamenti politici o commerciali.
I rischi sono concreti: marginalizzazione dei piccoli Comuni, con servizi meno flessibili e meno capaci di adattarsi alle realtà locali; perdita di controllo da parte delle amministrazioni comunali, che rischiano di diventare meri esecutori di decisioni prese altrove; costi potenzialmente più elevati per i cittadini, in assenza di un’analisi comparativa chiara tra i sistemi attuali e quelli proposti; distanza geografica e decisionale, con rischio di disservizi e tempi di risposta più lunghi; appiattimento dell’innovazione locale, che spesso nasce proprio da iniziative comunali o consortili radicate sul territorio”.
Coinger quindi, per voce dei suo rappresentanti, chiede “l’apertura di tavoli di lavoro territoriali, con il coinvolgimento attivo dei Sindaci, delle società di gestione esistenti (come Coinger) e degli enti sovracomunali (Provincia, Regione); la condivisione pubblica di analisi comparative su qualità, costi e livelli di servizio; la definizione partecipata di criteri oggettivi prima di ogni scelta futura”.
E infine la conclusione: “Non siamo contrari a valutare possibili miglioramenti, ma non accetteremo cambiamenti imposti dall’alto, che penalizzino i cittadini e allontanino i Comuni dal governo di un servizio tanto essenziale.”
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