Per l’area di via Alpi a Cardano “era già fatto il collaudo tecnico, ritardo burocratico”
Il parco e le aree vicine non sono ancora passati alla proprietà pubblica: il Comune ha minacciato di usare la fidejussione per sistemare l'area. Armando Colombo, che rappresenta le imprese che hanno lottizzato, dice che la decisione è "arbitraria e non legittima"

«La mancata conclusione della vicenda e del collaudo non si sono ancora perfezionate non certo per problematiche di tipo tecnico, ma solo per questioni di tipo burocratico/amministrativo».
Si parla del parco (e delle opere intorno) di via Alpi a Cardano al Campo.
E a tornare sulla vicenda è Armando Colombo, amministratore della Comunione PL Cardano (via Alpi/via Appennini) e procuratore speciale per i Lottizzanti.
Della zona si è tornati a parlare recentemente per la protesta e le pressioni dei residenti, che sono alle prese con la vegetazione infestante, ma lamentano anche la mancata attivazione dell’illuminazione pubblica in zona, giusto per citare un altro elemento .
Il punto è che l’area è – formalmente – ancora di proprietà privata, “eredità” di una Lottizzazione che ha alle spalle una lunga storia. Comune e Lottizzazione non hanno ancora formalizzato il passaggio dell’area alla proprietà pubblica e la situazione si trascina da anni.
Armando Colombo innanzitutto rimarca che l’area, pur essendo privata, è «utilizzata ormai da anni dai cittadini di Cardano al Campo (inclusi parcheggi, parco giochi, oltre alle infrastrutture quali impianto elettrico, idrico etc..) sotto la responsabilità penale del Sottoscritto e dei Lottizzanti, con l’assenso del Comune di Cardano al Campo che non ha mai intimato la chiusura di dette aree, eventualmente inclusa la revoca della agibilità delle aree».
Era un tema già emerso nel mezzo delle schermaglie tra centrosinistra e centrodestra, su una vicenda – si diceva – annosa.
«Nel 2023 eravamo a un passo da chiudere la vicenda: c’è stato un collaudo tecnico nell’ottobre del 2023, e nessuna delle strutture era risultata inidonea, né in cattivo stato di conservazione» dice Colombo.
Per il rappresentante della Lottizzazione, appunto, «la mancata conclusione della vicenda e del collaudo non si sono ancora perfezionate non certo per problematiche di tipo tecnico, ma solo per questioni di tipo burocratico/amministrativo che nulla hanno a che vedere con lo stato delle strutture dell’area già oggetto di innumerevoli sopralluoghi ed esaminazioni, sia nell’incontro citato sopra, che nei successivi incontri con il nuovo collaudatore che tanto si è adoperato per arrivare ad una conclusione rapida della questione».
Fatto sta che la partita dal 2023 non è ancora chiusa e nel frattempo (già dal 2024) la vegetazione è tornata a crescere, fino a diventare infestante a ridosso delle case, con i disagi vissuti dai residenti, che lamentano ad esempio la presenza di insetti e bruchi che si spingono in quantità fino ai balconi.
Dal municipio negli ultimi tempi si dice che si è a buon punto e da questo punto di vista anche Colombo si augura che si possa arrivare a definire la questione e al passaggio dell’area alla proprietà pubblica.
Resta (quantomeno) la questione del verde da tagliare, una spesa da alcune migliaia di euro su cui Comune e Lottizzazione la pensano – evidentemente – in modo diverso.
«Ora leggo che se la Lottizzazione non provvederà all’ennesimo sfalcio dell’area verde, l’amministrazione comunale minaccia di provvedere all’escussione della fidejussione a suo tempo rilasciata per provvedere alla manutenzione del verde.Ritengo questa iniziativa arbitraria e non legittima » dice Colombo, rifacendosi appunto al fatto che già nel 2023 l’area verde era stata certificata in buone condizioni.
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