Con l’Art Week Somma Lombardo diventa un Museo diffuso di arte contemporanea
Dal 18 al 28 settembre il centro della città ospita una serie di installazioni "site-specific". Un percorso tra memoria, metamorfosi e riflessione sul presente firmato da artisti italiani di fama internazionale. Oggi la preview

La prima Art Week trasforma il centro di Somma Lombardo in un museo diffuso. Dalle corti storiche al Castello Visconteo, dai parchi alle sale di comunità, per dieci giorni le installazioni site-specific di altrettanti artisti dialogano con gli spazi urbani e con chi li abita. Dieci giorni per attraversare Somma Lombardo con occhi diversi, per fermarsi e riflettere dalle suggestioni dell’arte contemporanea.
Oggi, giovedì 18 settembre, alcuni artisti hanno incontrato la stampa nel centro di Somma, dove ha posizionato e presentato le opere in mostra: la giornata è stata ufficialmente una preview, mentre l’inaugurazione per il pubblico della art week – dal titolo La Somma delle Arti – è in programma domani, venerdì 19 settembre 2025, a partire dalle ore 18, nel cortile di Palazzo Comunale, alla presenza di autorità e artisti.
“Rimarchevole presenza”

A Villa Dolci l’artista toscana Martina Fontana espone Rimarchevole presenza, una delle due opere – insieme alla Dafne di Crespi – al centro del progetto sommese. L’artista toscana ha recuperato due tronchi del faggio secolare di Somma Lombardo abbattuto a Parco Porro nel 2023. Le “ferite” dell’albero sono state ricoperte da sottili strati di foglie d’oro, simbolo di preziosità e memoria.
Terminata la mostra, i tronchi saranno trasferiti al Parco Porro, dove contribuiranno al nutrimento dell’ecosistema e dialogheranno con i ceppi ancora radicati. Una lastra commemorativa, realizzata con l’Università di Padova, riporterà la stima dell’età dell’albero, superiore ai 100 anni.
“Dafne”

Nel cortile di ingresso del Municipio Andrea Crespi ha presentato Dafne, parte del progetto Elegia Purpurea, anch’esso legato al faggio abbattuto. L’opera trasforma una sezione del tronco in un “canvas” dove, giocando con l’illusione ottica, emerge la figura di Dafne, donna che diventa albero.
Crespi spiega: «La figura umana diventa corteccia e natura. È un simbolo di rinascita, non di perdita». La realizzazione ha coinvolto realtà locali per sezionare, calibrare e incidere il tronco, applicare resina protettiva e realizzare il basamento. «È stata anche una sperimentazione personale, perché è la prima volta che mi cimento sul legno, scoprendo nuovi modi di declinare la mia identità artistica visiva».
“Solido, liquido e oro”

All’ingresso del Castello Visconteo, Solido | Liquido | Oro di Sebastiano Pelli attraversa la storia dell’umanità, fino alla contemporaneità. «È un percorso site-specific: dalla società solida delle certezze a quella liquida del presente, citando Bauman. Il fil rouge in questo caso è in realtà aureo, ovvero è il rapporto della società con l’oro, simbolo di potere e spiritualità».
Le opere fanno parte della serie Antimatter Stone e incorporano rifiuti plastici nelle sculture di pietra, unendo estetica e responsabilità ambientale.

«Ogni opera è un percorso che può innescare una scintilla nei fruitori, piantare un piccolo seme di riflessione. È un’arte che dialoga con il nostro tempo, con i social ma anche con la luce e l’acqua, elementi che ci mantengono vivi».
“Vaniglory”
Nella sala della Fondazione Casolo Vainglory è invece un’installazione sonora e visiva con oltre cento telefoni rigenerati, che contemporaneamente trasmettono contenuti social. Magaldi spiega: «Oggi il pubblico non esiste più come lo immaginavo 30 anni fa. L’installazione diventa un santuario dove le icone sacre tradizionali sono sostituite dalle sacre del contemporaneo: siamo noi stessi, quotidianamente, con i nostri profili social».
Il brusio continuo dei dispositivi diventa una scultura sonora, dalla durata di circa 10 minuti, che invita a riflettere sulla visibilità e sul rumore digitale che accompagna le giornate. «Il momento che preferisco dell’installazione è quando i cellulari sono spenti», chiosa Magaldi.

Ciclo e resilienza: Graziano Riccelli
All’aperto, tra rami intrecciati e legni recuperati, le sculture di Dove la terra respira richiamano la Festa della Spiga e il ciclo della mietitura. Le figure circolari celebrano resilienza e rinascita, inserendosi nel paesaggio naturale e negli spazi urbani.
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