Ecomafie in Lombardia, la situazione preoccupa: i dati del rapporto di Legambiente in Commissione Antimafia e Ambiente
I numeri degli ecoreati continuano a crescere nella nostra regione. La Lombardia, tra le prime in Italia per criminalità ambientale, deve intensificare il contrasto alle infiltrazioni mafiose nei settori dei rifiuti, edilizia e maltrattamento animali

La Lombardia resta una delle regioni italiane più colpite dai crimini ambientali, secondo il rapporto annuale di Legambiente presentato oggi durante un’audizione congiunta delle Commissioni Speciale Antimafia e Ambiente. Il documento ha messo in evidenza un quadro allarmante che, purtroppo, non accenna a migliorare, con una crescita continua degli ecoreati in tutta la regione.
Un quadro preoccupante per la Lombardia
Nel 2024, la Lombardia ha registrato ben 2.324 reati ambientali, pari al 5,7% del totale nazionale, confermandosi la prima regione del Nord Italia per criminalità legata all’ambiente. Nonostante la rete di controlli messa in campo da ARPA Lombardia e Ispra, la situazione resta critica, con un numero di reati che continua ad aumentare.
I dati rivelano che i settori più colpiti da queste attività illecite sono principalmente tre: il ciclo dei rifiuti, la filiera del cemento e il maltrattamento degli animali. In particolare, il ciclo dei rifiuti è stato teatro di 657 reati e 719 persone denunciate. Il settore del cemento, invece, ha visto un incremento degli illeciti, passando da 880 a 1.009, con un aumento del 14,6%. Infine, il maltrattamento degli animali ha registrato un preoccupante aumento del 34%, con ben 435 reati accertati.
La risposta delle forze dell’ordine e il ruolo delle istituzioni
Il contrasto a queste attività criminose è stato rafforzato anche nel 2024, con 46.000 controlli e 211 sequestri da parte delle forze dell’ordine. In particolare, sono stati denunciati 2.273 individui, sono stati registrati 4.094 illeciti amministrativi e comminate 3.790 sanzioni. Non sono mancati, inoltre, i controlli sui “delitti contro l’ambiente”, con 247 verifiche che hanno portato alla luce 144 reati e a 4 arresti, con un valore complessivo dei sequestri pari a 1,25 milioni di euro.
In occasione della presentazione del rapporto, la Presidente della Commissione Speciale Antimafia, Paola Pollini, ha evidenziato la preoccupante crescita degli ecoreati e sottolineato come la Lombardia stia ancora lottando per arginare il fenomeno. “Essere la prima regione del Nord per illegalità ambientale è un triste primato,” ha dichiarato Pollini, aggiungendo che non basta la legislazione nazionale per risolvere la situazione, ma è necessaria una strategia integrata che coinvolga tutte le istituzioni locali e nazionali.
L’economia circolare come strumento di contrasto alle infiltrazioni mafiose
Anche il Vice Presidente della Commissione Ambiente, Riccardo Pase (Lega), ha partecipato all’incontro, sottolineando l’importanza dell’economia circolare come antidoto alle infiltrazioni criminali nei settori più sensibili. “La Lombardia ha una capacità di prevenzione molto alta. Nonostante l’aumento dei reati, possiamo dire che il numero dei reati è contenuto se rapportato alla popolazione residente e al PIL regionale. In alcuni settori, addirittura, la Lombardia registra numeri inferiori rispetto ad alcune province del Sud Italia,” ha spiegato Pase, facendo riferimento alla gestione virtuosa del ciclo dei rifiuti come modello di buona prassi.
Le province più colpite e la situazione a livello nazionale
I dati mostrano che alcune province lombarde sono particolarmente colpite dai crimini ambientali. Tra queste, Brescia si conferma la più problematica con 501 reati, seguita da Monza e Brianza con 172 illeciti e Milano con 137. Tuttavia, non vanno sottovalutati gli altri territori, come Cremona e Como, che hanno registrato rispettivamente 86 e 72 arresti.
A livello nazionale, l’indagine ha evidenziato una crescita complessiva dei reati ambientali del 14,4% rispetto all’anno precedente, con un fatturato delle ecomafie che ha toccato i 9,3 miliardi di euro. I sequestri e le sanzioni amministrative in tutta Italia hanno superato 1,2 miliardi di euro.
Le proposte di Legambiente
In chiusura, Legambiente ha ribadito l’importanza di continuare a rafforzare la collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni ambientaliste, con particolare attenzione al rafforzamento delle pene per i reati ambientali e al contrasto dell’abusivismo edilizio. Un altro punto fondamentale sollevato è la necessità di maggiore trasparenza negli appalti pubblici, con l’obiettivo di rendere più difficile l’infiltrazione delle organizzazioni mafiose in questi settori vitali per il territorio.
Il rapporto evidenzia, quindi, l’urgenza di adottare misure più incisive per fronteggiare il fenomeno delle ecomafie, che in Lombardia continua a minacciare la salute dei cittadini e l’integrità dell’ambiente.
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