La federazione di Varese di Rifondazione comunista si mobilita contro la guerra
Le armi, la guerra, la militarizzazione del territorio e della società “ci vengono propagandate quotidianamente come normali, necessarie e risolutive. Diversamente il Prc ritiene che si debbano applicare strategie politiche e diplomatiche decisamente più articolate e complesse“

Riceviamo e pubblichiamo la nota di Rifondazione comunista della provincia di Varese
Il genocidio del popolo palestinese continua indisturbato e si è intensificato negli ultimi giorni nel totale silenzio delle istituzioni europee che non mostrano assolutamente la volontà di contrastare la sanguinaria politica dello stato di Israele. La corsa al riarmo, economicamente costosissima e assai pericolosa, viene propagandata quale unica via alla soluzione dei conflitti e ci mostra in realtà la paura del mondo occidentale, Stati Uniti in testa, di perdere quella predominanza economica che con il formarsi di nuove potenze economiche vedono venir meno.
A fronte di questo la federazione di Varese del partito della Rifondazione Comunista ha deciso di sostenere sia lo sciopero indetto dalla CGIL il 19 settembre che lo sciopero indetto dai Sindacati di Base il 22 seguente. PRC aderirà anche al presidio pacifico che si terrà presso la sede della Leonardo di Cascina Costa, Samarate. Il presidio lanciato dal Comitato Antifascista di Busto Arsizio, in solidarietà alla popolazione palestinese e contro la guerra, trova il pieno appoggio del nostro partito che da sempre condanna il genocidio del popolo palestinese e la politica nazionale ed internazionale che persegue la strada della “normalizzazione della guerra” quale strumento per la risoluzione dei conflitti!
Le armi, la guerra, la militarizzazione del territorio e della società ci vengono propagandate quotidianamente come normali, necessarie e risolutive. Diversamente il Prc ritiene che si debbano applicare strategie politiche e diplomatiche decisamente più articolate e complesse. Le spese per le armi e la guerra tolgono risorse economiche alla lotta contro la povertà, l’oppressione, lo sfruttamento e portano al progressivo dissolvimento dei diritti sociali conquistati in decenni di lotte. Condividiamo il pensiero che la guerra sia tanto fabbrica di profitto per pochi quanto di sofferenza e morte per molti e che la pace si possa attuare solo attraverso il disarmo perché il riarmo non è che il primo passo verso la preparazione del conflitto militare. La base Militare NATO di Solbiate e le industrie di armi presenti nella nostra provincia non devono essere motivo di orgoglio, devono invece preoccuparci ed indignarci. Le armi prodotte in Italia e le politiche del governo italiano sono assolutamente corresponsabili del massacro del popolo palestinese e di molte altre guerre. Ecco perché è importante per noi aderire a questo presidio. Sosteniamo il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese ed al suo diritto di vivere in pace, esattamente come sosteniamo il diritto di tutti i popoli a vivere in pace e dignitosamente.
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