La Lombardia fragile di fronte ai nubifragi. “E il consumo di suolo non si ferma”
È la Regione con più suolo coperto di cemento e asfalto: per questo l'impatto dei fenomeni estremi è moltiplicato. Secondo Paolo Pileri, del Politecnico di Milano, le risposte non bastano

«Ci si deve mettere in testa che la crescita dell’urbanizzazione concorre a peggiorare lo stato del clima e a incrementare l’esposizione ai danni ovvero aumenta la spesa pubblica».
I devastanti effetti dei nubifragi di lunedì e martedì su tutta la fascia pedemontana a Nord di Milano ripropongono il tema dei cambiamenti climatici – fenomeni estremi che si fanno più frequenti – e dell’impatto locale. Che in Lombardia significa ragionare prima di tutto sul consumo di suolo, sottolinea Paolo Pileri, ordinario di Pianificazione territoriale e ambientale al Politecnico di Milano.
Attento studioso del fenomeno, Pileri parte dal dato più recente sull’avanzata del consumo di suolo in Lombardia.
«Se tracciassimo una linea orizzontale cha va da Novara a Romano di Lombardia passando per Milano e andassimo a vedere il consumo di suolo degli ultimi anni a Nord e a Sud di questa linea, sapete che cosa scopriremmo? Che a Nord, ovvero nelle Province di Monza Brianza, Lecco, Sondrio, Varese e Bergamo il consumo di suolo è cresciuto o si è mantenuto stabile, mentre in quelle a Sud vi è stata una flessione. Vuol dire che a Nord di Milano -area già intasata- si è provveduto a rendere ancor più impermeabile e fragile il territorio, esponendolo a maggiori danni in caso di alluvioni. Che è ciò che è successo e succederà ancora, purtroppo», scrive Pileri in un intervento pubblicato dal sito Altreconomia all’indomani del nubifragio che ha messo in pericolo vite e creato vasti danni in Brianza.

Dove si consuma più suolo in Lombardia
Ben il 12,2% dell’intera superficie della Lombardia è coperta di superfici inerti e non traspiranti, un valore quasi doppio della media nazionale, secondo i dati dell’Ispra, l’istituto nazionale di ricerca ambientale.
Il 2023 ha segnato l’ennesimo avanzamento della cementificazione della Lombardia, cresciuta di ben 728 ettari.
Se si guarda l’incidenza del consumo sul totale di suolo “vergine” il dato peggiore è quello della piccola provincia di Monza e Brianza,: è come se si fossero consumati in un solo anno 10.57 metri quadri per ettaro. Dato decisamente peggiore di quello di Milano (8,30). Da segnalare invece il dato di Varese, terza provincia per erosione tra 2022 e 2023, con 5.07 metri quadri consumati per ogni ettaro.
A Milano l’aumento è stato di 131 ettari consumati in un anno, che porta a ben il 31,9% di territorio coperto da cemento e asfalto.

Le “contromisure” incidono poco
Il dato è ancora sconfortante, tra nuovi centri commerciali, superstrade e ferrovie. Un caso emblematico dell’impatto locale è Casorate Sempione, dove in un solo anno – con la nuova ferrovia per Malpensa – si sono persi 14 ettari di campi e boschi. Lo stesso Pnrr ha prodotto come effetto collaterale nuovo consumo di suolo, per vari interventi realizzati su aree “vergini”.
E le contromisure?
I fondi nazionali stabiiti dal decreto ministeriale 2 gennaio 2025 prevedono interventi per 160 milioni di euro per cinque anni per 20 Regioni, ma «con criteri di ripartizione che poco o nulla hanno tenuto conto del consumo di suolo (pesa solo il 10%)» sottolinea Pileri. «Una Regione come la Lombardia riceverà in cinque anni 18 milioni».
Per quanto anche l’Ispra registri un minimo impatto delle opere di de-impermeabilizzazione, queste sono ad oggi solo un palliativo, che fatica a stare al passo rispetto alla continua erosione. Se riprendiamo il caso di Casorate Sempione la realizzazione di una nuova ferrovia ha comportato appunto il consumo di ben 14 ettari, ma l’intervento di de-impermealizzazione principale approvato supera di poco i 2 ettari.
“Nessun accenno di regolamentazione”
«L’aumento di consumo per poco che sia, avverrà in un contesto dove non vi è il minimo accenno a una regolamentazione che fermi il consumo di suolo», sostiene Pileri.
È un contesto in cui, di volta in volta, vengono presentate opere “necessarie” – un nuovo stadio, una superstrada, una bretella per spostare il traffico – che giustificano il sacrificio di altro suolo fertile e traspirante.
Gli effetti di fronte alle precipitazioni violente indotte sempre più frequentemente dal cambiamento climatico sono poi quelli visti in questi giorni.
Qui l’intervento completo di Pileri.
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