A che punto è l’idea di recupero dell’ex centro commerciale “Il fare” a Gallarate
Dopo l'acquisizione da parte di una nuova proprietà nel 2024, si attende ancora l'avvio dei lavori. Che partirebbero dal ridisegno dell'autosilo-parcheggio
A che punto è l’idea di recupero dell’ex centro commerciale “Il fare” a Gallarate?
L’ex centro commerciale, chiuso da oltre dieci anni, è stato acquistato da una nuova proprietà a inizio 2024, un anno e mezzo fa, dal fallimento del precedente proprietario che aveva curato l’intervento di riutilizzo dell’area dell’ex stabilimento tessile Borgomanero.
Sul finire del 2024 si era parlato di un possibile intervento a partire dal 2025, che però non si è ancora concretizzato. Dal punto di vista dell’inquadramento «rimane un’area commerciale e non ci sono varianti», chiarisce l’assessore all’urbanistica Sandro Rech, cui chiediamo aggiornamenti.
L’intervento di recupero potrebbe partire da uno dei punti deboli individuati nella struttura, vale a dire l’accessibilità del parcheggio. «Intendono cominciare con una serie di lavori sul silos, per rifare le rampe, con ingresso da viale Lombardia, rimuovendo le attuali rampe curvilinee e ridisegnandole» continua Rech. E che tempi potrebbero esserci? «Noi speriamo che in primavera si possa partire con interventi». Va ricordato che, per una scelta presa all’atto del ridisegno dell’ampia area, i parcheggi fanno parte di un condominio (nel senso di forma giuridica) di cui è socio anche il Comune di Gallarate.

All’apertura la struttura era composta da una moltitudine di attività commerciali di piccole dimensioni, associate a un supermercato che doveva fare da “traino” alle presenze. Per diverse ragioni – tra cui anche la non facile accessibilità degli spazi di parcheggio – il centro commerciale “Il fare” non era mai “decollato”, finendo per chiudere in tempi molto rapidi nel 2010.
Il complesso immobiliare comprende 8.765 mq all’interrato, 6.463 al piano terra, 3734 al primo piano, per un totale di 18.962, con un totale di centoventi parcheggi, anche se bisognerà capire se il numero sarà confermato al termine dei lavori che vengono anticipati dall’assessore Rech (un’altra parte del complesso – l’ex palazzina uffici della fabbrica tessile affacciata su via Venegoni – fa parte di altra proprietà e ospita oggi associazioni di categoria e imprese).
Quanto al tema “che cosa sarà”, non ci sono molte indicazioni, perché la proprietà fin qui non è venuta allo scoperto.
Va detto che oggi l’area è inquadrata, dal punto di vista urbanistico, come “Ambiti commerciali – CO”.
Le norme del Pgt stabiliscono le funzioni che sono escluse: in questo caso non si può usare l’area per funzioni residenziali, produttive, per grandi strutture di vendita oltre i 2500 mq, ricettivo, funzioni agricole, centri di culto. Allo stato attuale dunque non sarebbero possibili investimenti come alberghi o grandi unità commerciali unitarie (per esempio una Ikea, ipotesi che ciclicamente ritornava), se non cambiando l’inquadramento urbanistico.

Ma appunto – come conferma ancora Rech – non ci sono ipotesi di varianti urbanistiche. E dunque rimane l’idea di diverse piccole e medie struttura di vendita (di cui almeno una alimentare), che occuperebbero in particolare il piano terra, secondo anticipazioni che erano già state fatte a fine 2024.
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