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La protesta per la Palestina arriva a Malpensa per chiedere “embargo sulle armi”

Un presidio al terminal 1, nel giorno di una spedizione di parti di aerei militari verso gli Usa. Protesta vigilata da un grande numero di poliziotti

Dopo il corteo nel weekend all’aeroporto di Firenze, la protesta per la Palestina arriva anche a Milano Malpensa, con un presidio convocato al Terminal 1, guidato dai Giovani Palestinesi d’Italia (tra cui diverse ragazze) e dal sindacato di base Usb. 

Il presidio a Malpensa è stato convocato per protesta contro la spedizione di parti di caccia F-35 (le ali) fabbricate in Italia e dirette negli Usa per l’assemblaggio finale dei velivoli. Spedizione in transito proprio il 20 ottobre al magazzino della Cargo City dello scalo milanese.

Non un chiodo per Israele” era il primo slogan a risuonare, anche se la protesta non ha tentato di ostacolare la Cargo city ma si è concentrata solo fuori dal terminal passeggeri, al piano arrivi.
Guardata a vista da imponente schieramento di polizia, quasi 1:1 con i manifestanti, che erano qualche decina, meno di un centinaio. Probabilmente ha influito anche il precedente dell’aeroporto di Firenze, dove nel weekend la protesta di massa ha invaso il terminal dello scalo e sopravanzato lo schieramento di polizia (come si visto anche in altre manifestazioni al 1’ ottobre, dopo l’assalto alla flotilla).
“Giù le mani dai bambini, siete soli assassini”, tra gli slogan urlati, ma anche il più radicale “Se combatti il sionismo non è terrorismo, ma resistenza” e la parola intifada, a rivendicare il diritto del popolo palestinese a ribellarsi contro l’occupazione dei territori, tra Gaza e Cisgiordania, dove in questi giorni è in corso una nuova offensiva violenta dei coloni israeliani (con diversi morti tra cui un bambino di 11 anni a Hebron un bambino di 11 anni a Hebron e con diffuse violenze contro i contadini nei giorni della raccolta delle olive, parte importante dell’economia agricola palestinese).

Dai manifestanti l’invito a “l’embargo popolare totale sulle armi verso Israele: bloccare, fermare completamente il flusso di armamenti” verso la “potenza occupante”.

Come detto il presidio era statico davanti al terminal, guardato a vista dalle forze dell’ordine, e non ci sono state tensioni.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 20 Ottobre 2025
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