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A Gallarate l’appello di Filosofarti per la nuova edizione: “Come andiamo avanti?”

Tra conti, appelli al territorio e il richiamo a una cultura che unisce credenti e laici, la rassegna si avvia alla 22ª edizione

Filosofarti

«Fare cultura è un atto politico. Non è partitico, non è fazione, ma polis inteso in senso assoluto». Con questo spirito, e con alcuni mesi di anticipo, la professoressa Cristina Boracchi apre il percorso verso la nuova edizione di Filosofarti. Non un’anteprima, ma un momento di dialogo con il pubblico nel trentacinquesimo anniversario del Centro Culturale delle Arti, occasione per restituire il cammino fatto e guardare avanti.

«Siamo al giro di boa: come andiamo avanti?» si interrogano Boracchi e i volontari. Insieme individuano nella restituzione sociale uno dei canali per dimostrare la bontà del progetto e accogliere suggerimenti, «serve un’analisi dei bisogni del territorio». Una direzione confermata anche dal titolo della 22ª edizione, in programma tra febbraio e marzo 2026: “Nodo/reti, singolo/comunità”.

Durante l’incontro al Cinema Teatro delle Arti di Gallarate, il team del festival ha ringraziato enti pubblici e realtà private che hanno sostenuto Filosofarti in ventun anni di attività. Un sostegno che ha permesso al festival di mantenere una proposta culturale sempre ampia, perché Filosofarti «non è monotematico. Non solo libri, e nemmeno solo filosofia». Presentato anche il bilancio, in perdita di diecimila euro: un dato che ha portato Boracchi a un appello per un rinnovato supporto economico.

Tra le autorità presenti, anche le assessore Claudia Mazzetti e Manuela Maffioli, l’assessora regionale Francesca Caruso, il consigliere provinciale Lauricella e il dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Giuseppe Carcano. Proprio Carcano ha ricordato come il Centro Culturale delle Arti sia diventato, negli anni, un luogo di dialogo naturale tra generazioni, culture e istituzioni, capace di coniugare la sua origine cattolica con «una laicità davvero, davvero importante». Un contesto in cui Filosofarti ha saputo portare la filosofia fuori dai suoi spazi accademici, trasformandola in esperienza quotidiana e occasione di confronto per tutte le età.

Il dirigente ha sottolineato anche il valore educativo del festival, che incoraggia l’ascolto, il pensiero critico e la partecipazione attiva: qualità che oggi risultano tanto più necessarie in un mondo scolastico messo alla prova da difficoltà organizzative, trasporti costosi e classi sempre più impegnate. Per questo, ha detto, la collaborazione tra scuole e realtà culturali del territorio non è un’opzione ma una necessità. Da qui anche il suo ringraziamento a docenti, studenti e dirigenti che, nonostante le fatiche, continuano a partecipare alle iniziative.

L’assessora regionale Caruso ha ricordato i progetti di Regione Lombardia per avvicinare i giovani alla cultura: dal patto per la lettura agli interventi nelle periferie e nelle carceri, dai percorsi di educazione all’audiovisivo fin dalla primaria ai 33 progetti avviati in vista delle Olimpiadi. Un insieme di misure che ribadisce come la cultura sia un diritto e non un lusso.
A portare il proprio saluto è stato anche Monsignor Riccardo Festa, padrone di casa: «Con una comunità cristiana in città, la cultura ci guadagna perché noi cristiani abbiamo introdotto l’idea che c’è un solo Dio. Per il fatto che c’è un solo Dio, per me dire che io sono io e ci sono i laici è difficile». Festa ha richiamato la vocazione di servizio della Chiesa: «La comunità cristiana si mette insieme perché ha a cuore tutti. La Chiesa nasce già a servizio di tutti. Noi non possiamo fare nient’altro».
A chiusura degli interventi, un pensiero che riassume lo spirito della mattinata. Lo ha citato Carcano, ricordando Giovanni Testori: «Cultura è la forma di tutte le ore». Una frase che ben descrive il filo rosso di Filosofarti: un festival che non vuole solo proporre eventi, ma contribuire a dare forma al presente e alla comunità che lo abita.

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Pubblicato il 15 Novembre 2025
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