Il peso delle parole che feriscono. Tre strategie per affrontare il giudizio
Nel podcast “Occhi di riso”, Alessandra Baruffato racconta cosa significa essere bersaglio di commenti non richiesti e suggerisce come proteggersi da giudizi e parole inopportune
Un episodio dedicato al peso delle parole e alle ferite invisibili che possono lasciare, soprattutto quando si trasformano in opinioni non richieste. È questo il cuore di “Opinioni non richieste”, la nuova puntata del podcast Occhi di Riso, ideato e condotto da Alessandra Baruffato in collaborazione con Radio Materia.
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Il corpo, i figli, le scelte: quando tutti si sentono in diritto di dire la loro
Il podcast affronta un tema tanto diffuso quanto sottovalutato: l’abitudine, spesso inconsapevole, di commentare scelte, corpi e vite altrui, senza che ci sia stata alcuna domanda. Alessandra Baruffato parte dalla propria esperienza personale, quella di madre di una bambina con la sindrome di Down, per raccontare come certi commenti, anche se detti con leggerezza, possano risultare invadenti e dolorosi.
«Non è solo quello che si dice, ma anche il modo in cui lo si dice» – spiega Baruffato – «E soprattutto, bisognerebbe chiedersi se è proprio necessario dirlo».
Tre strategie per affrontare il giudizio
Nel corso dell’episodio, Baruffato propone anche tre strategie concrete per affrontare la rabbia e il dolore che possono derivare dai giudizi non richiesti. Tra queste, il silenzio come strumento di difesa e rispetto, un confine che può diventare un gesto potente. Un’altra chiave di lettura suggerita è che, spesso, chi giudica lo fa perché proietta le proprie insicurezze sugli altri.
«Il giudizio dice molto più su chi lo esprime che su chi lo riceve» – aggiunge la conduttrice – «e riconoscerlo è già un primo passo verso il cambiamento».
Le parole come responsabilità
Il messaggio del podcast è chiaro: serve più consapevolezza nell’uso delle parole. Il linguaggio quotidiano può ferire, ma può anche diventare strumento di cura e cambiamento sociale, se usato con rispetto e attenzione. L’invito è rivolto a tutti, ascoltatori e non, perché imparare a tacere al momento giusto è un gesto di grande responsabilità.
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