Marzia Giovannini (EOS): “La gelosia non è amore, educhiamo i giovani al rispetto”
Aumentano le richieste di aiuto dopo i casi mediatici più gravi: la presidente di EOS lancia un appello per un impegno più deciso su cultura e prevenzione
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, Varese si unisce al coro delle voci che chiedono un cambiamento culturale profondo. A parlarne è Marzia Giovannini, presidente del Centro Antiviolenza EOS, che da oltre trent’anni è un punto di riferimento per le donne vittime di violenza nel territorio varesino, protagonista della puntata del 25 novembre di Soci All Time. La trasmissione, realizzata con il contributo di CSV Insubria, su Radio Materia (dal lunedì al venerdì alle 16,30 s www.radiomateria.it).
Un centro in ascolto da trent’anni
«Il nostro lavoro è cambiato molto – racconta Giovannini –. All’inizio offrivamo principalmente ascolto, ma oggi accompagniamo le donne in un percorso completo: dal sostegno psicologico e legale, fino alla ricerca di lavoro e di una casa». L’obiettivo è restituire autonomia, un elemento cruciale per uscire da situazioni di dipendenza e controllo.
EOS registra un aumento costante delle richieste di aiuto, in particolare dopo episodi mediatici forti come il femminicidio di Giulia Cecchettin. «Questi casi – spiega Giovannini – smuovono le coscienze e danno forza ad altre donne per chiedere aiuto. Il dolore collettivo si trasforma in consapevolezza».
Una violenza trasversale e sistemica
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la violenza non colpisce solo fasce sociali fragili: «È un fenomeno trasversale – sottolinea – che attraversa tutte le classi sociali. Il nodo centrale è una cultura patriarcale che resiste ancora, anche a dispetto delle leggi».
Le norme esistono, ma l’applicazione resta spesso faticosa. «C’è un problema culturale – continua – che ostacola anche il lavoro delle forze dell’ordine e degli operatori sociali. Occorre cambiare mentalità, non solo procedure».
L’allarme: i giovani e l’amore malato
Una delle preoccupazioni più forti riguarda le nuove generazioni. Giovannini parla della cosiddetta “generazione on life”, costantemente connessa e immersa nei social: «Tra i giovani il controllo e la gelosia vengono ancora scambiati per segni d’amore. Questo è un segnale pericoloso».
Per questo il centro EOS insiste da anni sulla necessità di portare l’educazione affettiva e relazionale nelle scuole. «È l’unico modo per prevenire la violenza sin dai primi rapporti sentimentali – afferma – ma purtroppo queste iniziative si scontrano spesso con resistenze culturali e paure ingiustificate».
Un ostacolo che rischia di mettere l’Italia in conflitto con gli obblighi internazionali. «La Convenzione di Istanbul è chiara – conclude Giovannini –: prevenire la violenza significa educare. Ma su questo stiamo ancora facendo troppi passi indietro».
Per saperne di più su Eos Varese: https://www.eosvarese.org/
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