Storia, paesaggio e cultura: le Piane Viscontee diventano un “ecomuseo”
Regione Lombardia riconosce come primo ecomuseo del Varesotto la piana della zona che sta tra il Lago di Varese e il Gallaratese. Un progetto che coinvolge nove Comuni, capitanati da Jerago con Orago, e che sta trasformandosi in realtà
Un intero paesaggio – fisico e umano – che si trasforma in un museo all’aperto, uno spazio da attraversare e scoprire: è l’Ecomuseo delle Piane Viscontee, che si estende tra il Lago di Varese e la zona di Gallarate, in una fascia di piana tra le colline, dove campi, prati e boschi dividono piccoli paesi con i loro campanili.
Un insieme ora riconosciuto ufficialmente anche da Regione Lombardia. Un primo traguardo inseguito da tempo, sottolinea Emilio Aliverti, sindaco di Jerago con Orago: «Un obiettivo non semplice da raggiungere, tanto che si tratta del primo Ecomuseo della Provincia di Varese ufficialmente riconosciuto dalla Regione».
Storia lunga, dicevamo, e con più Comuni coinvolti: «Siamo partiti dalla convenzione a fine 2022, con l’obbiettivo dell’ecomuseo, per cui bisogna ottemperare a una serie di requisiti minimi». Insieme a Jerago con Orago, capogila, ci sono i Comuni di Azzate, Brunello, Crosio della Valle, Casale Litta, Daverio, Galliate Lombardo, Mornago e Sumirago.
Cos’è l’ecomuseo: Un ecomuseo è una forma di museo “diffuso” sul territorio, che non si limita a conservare oggetti in un edificio, ma valorizza l’identità di un luogo attraverso la memoria, la cultura, il paesaggio e le attività tradizionali di una comunità. Un concetto nato e diffusosi in Francia, dove è molto netta la divisione tra città e campagna e dove quest’ultima è soprattutto luogo di tradizioni. In Italia l’evoluzione è stata un po’ diversa, ma comune è l’idea di creare un museo che non sia appunto in un edificio, ma tenga insieme paesaggio (naturale e creato dall’uomo) ed elementi caratterizzanti del territorio.
Alla cerimonia in Regione Lombardia erano presenti l’assessora alla Cultura della Regione Francesca Caruso e gli amministratori: il già citato sindaco Aliverti per Jerago con Orago, Graziano Maffioli per Casale Litta, Giuseppe Pasolini delegato per Sumirago, Anna Agosti delegato per Galliate Lombardo, Chiara Vezzini delegato per Daverio, Davide Tamborini delegato di Mornago, Marco Bortolussi per Crosio della Valle, Raffaele Simone sindaco di Azzate intervenuto con Leoni e Triveri, Andrea Dall’Osto per Brunello. Infine l’architetto Stefano Biondaro, coordinatore del progetto.

«Un obiettivo al cui raggiungimento hanno contribuito in tanti» dice Aliverti, citando anche le associazioni, l’ex sindaco Ginelli, la Provincia di Varese (con il primo importante finanziamento da 250mila euro), la Fondazione Comunitaria del Varesotto (che mette 43mila euro), i dirigenti e funzionari di Regione Lombardia, l’assessore Caruso – che si è spesa in prima persona per questa bella realtà – e le tante associazioni che stanno già facendo vivere questa realtà.
«Il riconoscimento è un punto di partenza. Bodio Lomnago sarà presto parte integrante del progetto, con il sindaco Eleonora Paolelli pronta a coinvolgere anche il suo territorio per far crescere sempre di più questo strumento di valorizzazione della cultura, della tradizione e della bellezza delle nostre terre».
Gli investimenti principali sono stati segnaletica, totem, sito Internet. «Siamo partiti dai percorsi, ci piacerebbe andareoltre,puntare ora sul racconto delle realtà che nascono sul territorio. Ne cito una: la viticoltura, che ha esperienze anche di qualità, che stanno prendendo vita proprio nel territorio del Piane.Vogliamo mettere in vetrina il patrimonio materiale e immateriale di queste aree».

Aggiunge Salvatore Marino di Jerago: «In qualità di Consigliere Capogruppo di minoranza del Comune capofila dell’Ecomuseo delle Piane Viscontee, esprimo grande soddisfazione per il riconoscimento avanzato da Regione Lombardia, nell’ambito delle politiche culturali e sotto la guida dell’assessore Francesca Caruso. Il “Gruppo Gente di Jerago con Orago” ha espresso voto favorevole all’Ecomuseo in Consiglio comunale, sostenendo pienamente il progetto per la sua valenza sociale e di valorizzazione ambientale. Ritengo doveroso sottolineare l’importante lavoro che l’Assessore alla Cultura Caruso sta portando avanti, sia sul piano politico sia su quello amministrativo, rafforzando sempre di più il legame tra Regione Lombardia, i territori e tutti gli amministratori locali».
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