Dalle videocassette all’AI, dall’Iran alla Finlandia. In 23 anni Cortisonici ne ha fatta di strada
Massimo Lazzaroni ripercorre a Soci All Time la storia di questo festival dedicato ai cortometraggi che negli anni è cresciuto diventando uno dei nodi della cultura in città e una finestra aperta sul mondo
Dalla posta con le VHS agli short film prodotti con l’intelligenza artificiale, passando per sezioni estreme e giurie scolastiche e carcerarie: Cortisonici, il festival internazionale di cortometraggi nato a Varese nel 2003, è oggi una realtà affermata a livello globale. A ripercorrerne la storia, in un’intervista rilasciata alla trasmissione Soci All Time su Radio Materia, è Massimo Lazzaroni, rappresentante dell’associazione che organizza l’evento.
Una lunga evoluzione tra tecnologia e comunità
Nel corso della puntata, Lazzaroni ha raccontato l’evoluzione del festival dal punto di vista sia tecnologico che organizzativo. «All’inizio ci arrivavano le cassette VHS, poi i DVD, spesso illeggibili. Oggi riceviamo i file tramite piattaforme online e possiamo selezionare migliaia di opere da tutto il mondo» – spiega.
Un passaggio fondamentale che ha permesso a Cortisonici di crescere, passando dai 50 cortometraggi della prima edizione ai 3.000 ricevuti ogni anno, con partecipazioni da tutti i continenti. Tra le nuove sfide, anche i film realizzati con l’intelligenza artificiale, un territorio ancora da esplorare che apre a nuove riflessioni critiche.
Un festival cresciuto insieme al territorio
Cortisonici è nato dall’esperienza del cineclub Filmstudio 90 e fin da subito ha cercato di intercettare un pubblico giovane, riportando la cultura del cinema in sala. Se nella prima edizione il festival era costruito attorno a una rete amicale di videomaker, già dal secondo anno è stato lanciato un bando nazionale, diventato poi internazionale con decine di proposte che arrivano da varie parti del mondo. Questa ha permesso di svelare l’incredibile produzione iraniana e lavori provenienti dal Sud Africa al Kirghizistan, dalla Finlandia alla Turchia.
Oggi la manifestazione si articola in più sezioni: Cortisonici Ragazzi, dedicata alle scuole e agli under 18; Inferno, la sezione notturna riservata al cinema sperimentale e “estremo”; il concorso internazionale, cuore del festival.
Il team di selezione è formato da una decina di professionisti (giornalisti, docenti, operatori culturali), mentre durante i giorni del festival si attiva una squadra di circa venti volontari.
Giurie speciali e formazione sul campo
Lazzaroni ha anche raccontato alcune delle esperienze più significative del festival, come il coinvolgimento attivo degli studenti dell’IPC Einaudi di Varese, che durante il festival si occupano di videointerviste e contenuti digitali, e la creazione di una giuria speciale composta da detenuti del carcere cittadino. Tutto questo senza rinunciare a un approccio sostenibile: molte competenze tecniche, come grafica e fotografia, vengono offerte gratuitamente da professionisti locali che credono nel progetto.
Il 2025, un viaggio nel tempo
L’edizione 2025 di Cortisonici, che si è già svolta nei mesi scorsi, ha avuto come tema conduttore il viaggio nel tempo, affrontato attraverso corti che mescolano fantasia, filosofia e riflessione sociale. Un’edizione che, secondo Lazzaroni, ha confermato la capacità del festival di innovarsi senza perdere le radici. «In questi 23 anni abbiamo visto cambiare tutto, ma lo spirito è rimasto lo stesso – ha concluso –. Cortisonici è un progetto collettivo che mette insieme passione, cinema e territorio». Appuntamento all’edizione 2026.
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