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Il Comitato “Salviamo gli Alberi di Gallarate” propone un tavolo con Comune e Parco del Ticino: “Tutela dell’ambiente nel progetto del palazzetto”

Il confronto sul progetto del nuovo palazzetto dello sport e dell’ampliamento della piscina in zona Moriggia entra in una nuova fase

Generico 15 Dec 2025

Il Comitato “Salviamo gli Alberi di Gallarate” chiede un tavolo con Comune e Parco del Ticino per integrare tutele ambientali nel progetto del palazzetto di Moriggia, con particolare attenzione alla zona umida e al Pelobate fosco, e sollecita risposte scritte e responsabilità formali.

Il confronto sul progetto del nuovo palazzetto dello sport e dell’ampliamento della piscina in zona Moriggia entra in una nuova fase. «Proponiamo una novità delicata e importante: un processo partecipativo per rimodellare le sorti di quell’ambiente», interviene Camilla Colombo, sottolineando l’auspicata fine di «confronti che non fanno bene a nessuno, tantomeno all’ambiente», confidando nella comprensione dell’amministrazione rispetto alla ricchezza che può offrire un dialogo e un progetto corale.

A seguito del giudizio dell’amministrazione sull’inopportunità di una valutazione di impatto ambientale, ritenuta sfavorevole in termini di costi-benefici, richiesta dal Comitato durante la commissione comunale per i lavori pubblici del 13 novembre scorso, il Comitato non si è perso d’animo. Propone così al Comune di Gallarate e al Parco del Ticino un tavolo in cui gli enti collaborino al fine di migliorare il progetto dal punto di vista ambientale e per un monitoraggio successivo alla realizzazione dell’opera infrastrutturale.

Generico 15 Dec 2025

Alla proposta di un processo partecipato, identificato in un tavolo di lavoro, si affianca la richiesta di inserire nel paragrafo del progetto dedicato all’ambiente il dettaglio della zona umida presente a soli 100 metri dalla struttura. Nuccia Mazzucchelli sottolinea: «In tal modo si farebbe luce sul tema del Pelobate fosco insubrico», un piccolo anfibio presente solo in Pianura Padana nelle prossimità di zone paludose, indice di vitalità dell’ecosistema, la cui ripopolazione è stata sorprendente e la cui scomparsa, in seguito alla modificazione del suo habitat naturale causata da interventi antropici, comporterebbe un disequilibrio nell’ecosistema locale. L’approfondimento dell’ambiente gioverebbe anche alla popolazione residente, che ha già visto una modifica dell’ecosistema a causa dell’opera infrastrutturale per la linea T2.

Ancora, il Comitato chiede una risposta scritta e formalizzata. Durante la seduta in commissione, la presidente Belinda Simeoni ha accolto il materiale presentato dal Comitato, riconoscendone l’interesse e la validità. Un’apertura che i cittadini giudicano significativa, ma non sufficiente se non accompagnata da prese di responsabilità chiare, tracciabili e ufficiali. L’obiettivo dichiarato è evitare che quanto emerso resti confinato a dichiarazioni verbali e che, con il passare del tempo, se ne perda traccia.

«Speriamo in una risposta positiva», dice Lucia Urso. A lei si aggiunge la professoressa Olivia Pastorelli: «Serve un atto di presa in carico di responsabilità». In vista del futuro, è necessario individuare le istituzioni che finora si sono rifiutate di migliorare il progetto dal punto di vista ambientale.

In questa direzione si inserisce il contributo del professor Giorgio Vacchiano, docente e ricercatore in progettazione ambientale presso l’Università degli Studi di Milano, che su richiesta del Comitato ha analizzato il progetto del palazzetto e redatto una relazione tecnica. Il documento, messo a disposizione del Comune e del Parco del Ticino, individua una serie di interventi utili a prevenire possibili danni ambientali, poiché non sono previste compensazioni in quanto non è previsto l’abbattimento di alberi. «Le proposte riguardano sia l’opera una volta realizzata sia la fase di cantiere, con indicazioni precise sulla gestione dei lavori, sulla riduzione dei disturbi e sulla necessità di informare le maestranze della presenza di un ecosistema sensibile nelle immediate vicinanze», precisa Olivia Pastorelli.

Il professore stesso ritiene le proposte «miglioramenti con misure semplici e a basso costo». Pastorelli risponde alle provocazioni affermando: «Non solo il cemento è ricchezza», sottolineando che le variazioni di costo per l’ottimizzazione della struttura in una logica sostenibile non comportano stravolgimenti dei preventivi contabili e che, su un palazzetto il cui costo stimato si aggira intorno ai 7 milioni di euro a debito, spese minime per la consultazione di esperti che propongano migliorie a beneficio degli abitanti, dell’ecosistema limitrofo, della città e delle generazioni future appaiono opportune.

Il Comitato ribadisce infine di non essere “contro” qualcuno: non contro il sindaco, non contro la maggioranza. La proposta è quella di un processo partecipativo che possa risollevare le sorti di un’area già messa in difficoltà, tenendo insieme sviluppo e tutela ambientale. Un nuovo cammino, come lo definiscono i promotori, che potrebbe rappresentare un cambio di metodo nel modo di progettare e costruire in città, soprattutto quando in gioco ci sono ecosistemi delicati e la qualità della vita delle persone che vivono quel territorio.

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Pubblicato il 20 Dicembre 2025
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