Testa: “A gennaio interverremo per migliorare una classifica inaccettabile”
Dopo la sconfitta contro il Renate, la presidentessa ci mette la faccia in sala stampa. Bolzoni: "Le mie scelte non sono punitive, ma servono a responsabilizzare il gruppo".
PRO PATRIA -RENATE 0-3 | LA SALA STAMPA
Patrizia Testa (Presidente Pro Patria): «Ho ritenuto doveroso metterci la faccia e parlare direttamente, dopo le contestazioni di queste ultime settimane. Non l’ho fatto prima perché ero impegnata su un piano personale e familiare, ma la mia presenza oggi è un atto di responsabilità. La mia famiglia, con me e con mia figlia, non si è mai tirata indietro in questi undici anni: abbiamo sempre lavorato per garantire continuità alla Pro Patria, cercando di allargare la compagine societaria con persone del territorio, dopo la nota esperienza negativa del passato. In questa direzione si inserisce l’ingresso del dottor Bassi, con il quale condividiamo la volontà di fare il bene della società. I risultati sportivi non sono quelli che tutti vorremmo e non lo nego. A gennaio interverremo in modo deciso per migliorare una situazione di classifica che oggi è inaccettabile. Tuttavia non mi sento responsabile sul piano tecnico: non sono mai entrata nelle scelte di campo, lasciando sempre piena autonomia a direttori e allenatori. Più che disponibilità e risorse economiche, messe sempre in modo regolare e trasparente, non posso fare. Se qualcuno pensa di essere più capace di me, io non sono attaccata alla poltrona: il mio obiettivo è accompagnare gradualmente una nuova proprietà, seria e perbene, che possa valorizzare i sacrifici fatti».
Testa 2: «Quello che non posso accettare sono gli attacchi personali, le offese e le minacce, spesso mascherate dall’anonimato dei social. Sono comportamenti indegni del mondo dello sport e profondamente ingiusti verso chi ha rinunciato a serenità e tranquillità per sostenere questa società. Non chiedo applausi né riconoscimenti, ma non si può mettere in dubbio l’amore e la correttezza con cui la mia famiglia ha operato per la Pro Patria. Io non sono una vigliacca: quando dico una cosa, ci metto sempre la faccia e affronto il confronto in modo diretto e civile. Il mio percorso non nasce per interesse personale o ritorni economici: non ho nulla da veicolare attraverso il calcio. Questa doveva essere un’esperienza temporanea, che si è prolungata per senso di responsabilità e per l’accuratezza con cui la società è stata gestita in questi anni. Non lascerò mai la Pro Patria per mancanza di amore, ma semmai per ragioni economiche e strutturali. In questo momento resto in prima linea per accompagnare una fase di transizione complessa, con l’unico obiettivo di consegnare il club, in questa categoria, a persone serie e all’altezza della sua storia»
Francesco Bolzoni (Allenatore Pro Patria): «Ogni decisione viene fatta nell’interesse della squadra. Mettere in discussione un giocatore, anche importante, fa parte del mio lavoro: se ritengo che qualcuno debba sedersi, lo faccio senza problemi. Le scelte non sono punitive, ma servono a dare equilibrio e a responsabilizzare il gruppo. Ci sono ragazzi che possono dare una mano anche dal punto di vista umano e di leadership, ed è su questo che ho ragionato. È normale che i giocatori sappiano cosa voglio da loro. Devono capire che serve qualcosa in più, tutti. Tornando al discorso fatto prima, siamo una squadra che crea ma fatica a segnare e che spesso paga caro certi episodi. Sono aspetti che ci portiamo dietro, ma l’unico modo per migliorare è lavorare, in modo specifico e continuo».
Bolzoni 2: «Voglio vedere aggressività, ma un’aggressività intelligente, non disordinata. I ragazzi devono sapere che dietro c’è sempre una copertura, un compagno pronto ad aiutare. Prendere gol subito dopo aver segnato, o concedere reti nei primi minuti, è spesso un problema mentale più che tattico. Su questo dobbiamo crescere, perché il primo gol può cambiare l’inerzia della partita. Sul mercato è chiaro che servono giocatori pronti, che arrivino con la mentalità giusta. Quando riprenderemo il 27 dovremo essere una squadra che pensa alla salvezza, consapevole della situazione. Poi, insieme al direttore, valuteremo se e dove intervenire, anche in base a ciò che vedrò nei singoli. Ci sono giocatori che a volte entrano e fanno bene, altre volte faticano. Dipende molto dal contesto e dal momento. Alcuni hanno qualità offensive importanti, ma magari fanno più fatica a interpretare quello che chiedo io. Ci sono anche state situazioni fisiche, come febbre o allenamenti saltati, che hanno inciso. Tutti però sanno di poter essere importanti per questa squadra».
Bolzoni 3: «Il mio obiettivo è essere positivo, dare fiducia e creare un clima piacevole, pur pretendendo il massimo. So che non è facile, ma voglio che i ragazzi sentano che crediamo in loro. Vedo già qualche cambiamento e questo mi rende fiducioso. Il calcio è cambiato molto: è più giovane, è cambiato a livello culturale e sociale, e di conseguenza è cambiato anche il mercato. Bisogna adattarsi e capire il momento storico che stiamo vivendo. Un cartellino giallo dopo pochi minuti può sembrare incomprensibile, ma fa parte del percorso di crescita di un ragazzo. In certi momenti alcuni giocatori vanno aiutati, compresi e accompagnati, soprattutto quando la squadra attraversa un periodo difficile. Non ho un’idea fissa: valuto tantissimo gli allenamenti, l’atteggiamento con cui i ragazzi arrivano al campo, il confronto con lo staff. A volte cambio idea anche all’ultimo. Alcune esclusioni sono state puramente tecniche, perché cercavo qualcosa di diverso. Il vero problema, in certi casi, è la mentalità. Servono giocatori completamente dentro l’obiettivo, pronti a lottare. Personalmente ero più agitato la settimana scorsa, perché era la mia prima partita e non conoscevo ancora bene il gruppo. In questa gara ero più tranquillo, anche se i ragazzi hanno comunque percepito l’importanza del momento».
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