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Dopo due mesi di emergenza Covid, la confusione regna sovrana

Nel Varesotto, provincia fino a oggi poco colpita dall'epidemia, i contagi continuano a crescere. C'è ancora molta approssimazione sulla gestione dei nuovi casi tra ritardi e difficoltà a isolare i positivi

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Sono passati due mesi dall’inizio dell’emergenza ed è ben chiaro che il Covid 19 fa meno danni se gestito in tempo, agli inizi della sua azione virale.

L’epidemia in provincia di Varese non rallenta. I numeri sono piccoli ma in costante crescita. Nonostante la Lombardia abbia imposto l’isolamento sociale da ben oltre un mese, la nostra provincia ha raggiunto i 2300 contagi.
Un trend che deve essere letto come il risultato dei tamponi effettuati nelle RSA, principali focolai del Varesotto, ma anche nelle abitazioni dove mal si riesce a gestire l’isolamento.

Il territorio di Varese, benché risparmiato per ora dalla virulenza del Covid,  registra ancora scarse informazioni e difficoltà di costruire una filiera di soccorso specifica e funzionante.

Di seguito facciamo il punto su cosa è stato attivato e come funziona.

Sono 44 le USCA ( Unità speciali di continuità assistenziali) attivate sul territorio lombardo. Di queste solo 4 nel Varesotto di cui una a Saronno, una nel distretto di Busto, una in quello di Gallarate e una in quello di Varese che dovrà coprire tutto il Nord della provincia.

Sette i dottori che si occupano di fare le visite a domicilio di pazienti segnalati dai medici di medicina di base che seguono i propri assistiti solo con il telefono, chiedendo i dati su febbre, pressione e, quando possibile, ossigenazione. Tra gli specialisti reclutati per le USCA anche dei dentisti che si sono resi disponibili in questo momento in cui c’è il blocco delle attività.
Lavorano con le protezioni necessarie e gli strumenti di base per riscontrare i parametri vitali, quelli indicativi dell’evoluzione della malattia.
Nei loro ambulatori, invece, i medici di base continuano a rimanere con poche protezioni e pochi mezzi. C’è chi si è organizzato e fa squadra con procedimenti propri ( vedi la cooperativa Medici Insubria) e altri che registrano ancora difficoltà.

Lunedì, Regione Lombardia ha dichiarato l’attivazione di ben 991 “posti in degenza di sorveglianza”
Nelle provincie di Varese e Como ne sono stati attivati 130. Ats Insubria ha presentato il 30 marzo scorso una manifestazione di interesse per enti pubblici o privati che volessero proporre soluzioni di isolamento protetto a cui accedere o attraverso il medico di medicina generale o su proposta di un pronto soccorso o di un medico di Areu in base alla descrizione delle condizioni cliniche rilevate dal soccorritore.

L’Asst Sette Laghi sta attivando nuovi posti all’ospedale di Cuasso che, a pieno regime, potrà ospitare sino a 130 ricoverati ma vi arrivano dopo il superamento della malattia in ospedale quando non è ancora possibile il rientro in isolamento al domicilio.

Nonostante l’annuncio di Gallera risalga a una settimana fa, il meccanismo di questi posti non è ancora chiaro ai medici di base che continuano con fatica a gestire i pazienti con sintomatologia da Covid. Ricordiamo che i tamponi vengono fatti solo a chi entra in ospedale mentre i pazienti a domicilio vengono inseriti in un registro e messi in isolamento sociale, con tutti i problemi di convivenza che ne derivano.

La quarantena volontaria , inoltre, deve essere imposta ai contatti, a cui risalire dopo la notizia di una positività: anche in questo caso, al momento, il meccanismo rimane critico con tempi eccessivamente lunghi di comunicazione tra gli attori che sono chiamati a impedire che il virus si diffonda.

Le falle del sistema di monitoraggio ( già sollevate lo scorso 1 aprile) rimangono e preoccupano in vista di una fase due che, nel territorio del Varesotto, poco toccato dal coronavirus, potrebbe innescare nuovi potenziali pericoli.

Siamo attenti ai sanitari e medici di famiglia che volessero mettersi in contatto con noi per raccontare anche la propria esperienza. Scriveteci.

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it
Sono una redattrice anziana, protagonista della grande crescita di questa testata. La nostra forza sono i lettori a cui chiediamo un patto di alleanza per continuare a crescere insieme.
Pubblicato il 23 Aprile 2020
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