Quantcast

I truffatori operano al venerdì, “spariti” 780mila euro. Un arresto a Gallarate

La banda ha usato l'addebito diretto Sepa per sottrarre denaro a tre aziende ignare, agendo nel fine settimana per avere poi il tempo di portare i soldi all'estero. La Finanza a "caccia" di case, immobili e auto per garantire il sequestro

guardia di finanza busto arsizio daniele marra

Una maxitruffa da 780mila euro, attuata anche mediante riciclaggio e autoriciclaggio: per questo la Guardia di Finanza ha arrestato tre cinesi e quattro italiani residenti fra Torinese, Varesotto e Milanese. Tra loro anche un cittadino cinese di Gallarate.
L’operazione è stata curata dal comando provinciale di Cuneo delle Fiamme  Gialle, gli arresti sono scattati nella mattina di giovedì 4 maggio.

Secondo gli elementi raccolti dalle Fiamme Gialle e accolto dal Gip del Tribunale di Asti che ha emesso le ordinanze di custodia, nel 2022 i fermati avrebbero utilizzato documenti fasulli per dimostrare crediti da 2 milioni e mezzo di euro, nei confronti di di due società di Brescia e una della provincia di Napoli,. Queste società erano ignare dei fatti, ma i truffatori hanno usato il “presunto” credito per farsi pagare il pagamento parte dell’importo, circa 780mila euro appunto, in base alla procedura Sepa direct B2b, un tipo di accordo che consente l’addebito immediato delle somme fra le imprese.

La truffa era scattata nel fine settimana, al venerdì pomeriggio, per evitare i controlli e rallentare le contromisure: una volta incassate, le somme sono state trasferite sui conti correnti di società intestate a prestanome, alcuni di origini cinesi, quindi trasferite in Cina e Svizzera.

Analisi di conti correnti e documentazioni, unite alle intercettazioni hanno permesso alle Fiamme gialle di risalire passo dopo passo ai presunti autori della truffa: i tre cinesi residenti a Gallarate, Milano e Torino e quattro italiani residenti fra Nichelino, Torino e Ardea (in provincia di Roma).

E i soldi? Sono finiti appunto all’estero ma i militari della Finanza sono riusciti a recuperare un valore di 600mila euro, attraverso il sequestri di beni: sono stati appositi i sigilli a quattro abitazioni, una decina di altre proprietà immobiliari, nove auto e diverse giacenze di conti correnti.

Per le particolari modalità con cui è stata operata la truffa, agli arrestati vengono contestati anche i reati di riciclaggio e autoriciclaggio.

La nota della Finanza precisa che “la Banca d’Alba non ha messo a rischio denaro dei propri clienti e, in ogni caso, rappresenta la vittima del sistema di truffa”. Nel corso delle indagini, peraltro, l’istituto di credito ha fornito la massima collaborazione ai finanzieri, conclude la nota.

Pubblicato il 05 Maggio 2023
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore