Porte chiuse e vetrine oscurate da Marco Moreo, chiuso il concept store più famoso di Gallarate
"Oggi il negozio resterà chiuso" il messaggio comparso all'improvviso sul portoncino della palazzina anni Venti. Un fulmine a ciel sereno per un negozio che era una proposta particolare del commercio cittadino

Fa notizia a Gallarate la chiusura del negozio Marco Moreo, concept store attivo da oltre vent’anni in centro città. “Oggi il negozio resterà chiuso: ci scusiamo per il disagio”, si legge nel cartello affisso sul portone del negozio, in una bella palazzina anni Venti in via Damiano Chiesa.
La chiusura del negozio è stato un po’ un fulmine a ciel sereno. Non è detto oggi che sia una chiusura definitiva. Il titolare Marco Moreo è intervenuto con un messaggio sui social network: «Non possiamo sottrarci alle chiacchiere d’abitudine, in queste circostanze, che non possiamo controllare, ma molto presto rilasceremo un comunicato per spiegare le ragioni che nostro malgrado ci vede protagonisti… Un sentito grazie a tutti per la comprensione e il disagio causatovi».
Era in corso una procedura controllata dal tribunale, ma non ci sono dettagli sul perché del brusco stop. Sta di fatto che oggi le vetrine sono oscurate, nella sede di via Damiano Chiesa angolo via Cavour.
«Marco Moreo è stato per Gallarate molto più di un negozio: è stato un luogo iconico, creativo, capace di rappresentare il gusto, l’eleganza e lo stile in modo unico, portando la nostra città nel cuore di chi cerca qualità e bellezza. La sua chiusura improvvisa lascia un vuoto profondo non solo nel tessuto commerciale del centro, ma anche nell’identità culturale di Gallarate» dice l’assessore al Commercio e vicesindaco Rocco Longobardi.
«Come assessore alle Attività Economiche, desidero ringraziare sinceramente Marco Moreo, il suo staff e la sua visione, che per quasi trent’anni hanno contribuito a rendere il nostro centro storico un punto di riferimento anche oltre i confini cittadini. La gratitudine della città si unisce all’auspicio che questo non sia un addio, ma un nuovo inizio, anche se in forme diverse. Perché chi ha saputo creare bellezza con tanta forza, potrà ancora lasciare il segno».
Nel pregevole edificio del 1926 che fu la sede gallaratese della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, disegnata da Ulisse Stacchini (architetto fiorentino cui si deve il progetto generale della stazione Milano Centrale), Marco Moreo aveva creato un negozio di grande richiamo. Con una scelta di abbigliamento ricercata, ma anche con tante curiosità in vetrina e sui tavoli e gli espositori all’interno, con allestimenti curati che rappresentavano un momento di scoperta e gioia per i clienti. Il tutto impreziosito dagli spazi anni Venti, dai locali decorati da affreschi geometrici.

Tutto il contrario della proposta standardizzata di tanti negozi di oggi, dei vestiti usa-e-getta, delle catene. Un motivo per venire nel centro di Gallarate, come ai bei tempi in cui ogni negozio aveva un suo carattere.
Adesso bisogna vedere quale sarà il destino finale del negozio. Il rischio è che, in caso di chiusura, venga occupato dall’ennesima proposta food&beverage. E in effetti pare che già qualche agente immobiliare si sia affacciato nei dintorni a cercare informazioni: «Sto giusto cercando un posto per un nuovo ristorante…»
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