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Nella settimana tra l’8 e il 14 dicembre 157mila lombardi con l’influenza: in aumento i casi tra giovani e adulti

I bimbi più piccoli restano i più colpiti. In Lombardia, però, i dati dei contagi tra giovani e adulti sono superiori a quelli della media nazionale. A fine anno si attende il picco

influenza

Cresce in tutta Italia l’incidenza delle infezioni respiratorie acute, trainata soprattutto dalla diffusione dei virus influenzali. Nella cinquantesima settimana del 2025, il tasso nazionale è salito a 14,7 casi ogni 1.000 assistiti, in aumento rispetto alla settimana precedente che era di 12,85.  In Lombardia, i numerti sono leggermente più alti: 15,64 casi ogni 1.000 residenti.

Da quando è iniziata la sorveglianza epidemiologica ( a inizio ottobre) si stimano quasi 5 milioni di italiani che hanno avuto l’influenza di cui oltre 800.000 nella cinquantesima settimana.

La fascia d’età più colpita resta quella dei piccoli da 0 a 4 anni, con un’incidenza di circa 42 casi per 1.000 a livello nazionale e 40,6 in Lombardia. Al secondo posto si collocano i bambini e ragazzi tra i 5 e i 14 anni, seguiti dai giovani adulti. Più contenuti i numeri tra gli over 65.

Il confronto tra Italia e Lombardia: numeri in crescita ovunque

A livello nazionale l’incidenza è salita da 12,85 a 14,54 casi per 1.000 assistiti. L’incremento riguarda tutte le fasce d’età:

  • 0-4 anni: 42 casi per mille
  • 5-14 anni: 19,5 per mille
  • 15-24 anni: 17 per mille
  • 25-44 anni: 15,5 per mille
  • 45-64 anni: 11,8 per mille
  • Over 65: 7,5 per mille

In Lombardia i numeri sono leggermente superiori, con alcune differenze interessanti:

  • 0-4 anni: 40,6 casi per mille
  • 5-14 anni: 17,5 per mille
  • 15-24 anni: 18,2 per mille
  • 25-44 anni: 18 per mille
  • 45-64 anni: 13 per mille
  • Over 65: 7,8 per mille

Virus in circolazione e alta positività

I dati della sorveglianza confermano un alto tasso di positività per i virus influenzali, sia nella popolazione generale (36%) che tra i pazienti ospedalizzati (40,4%). La co-circolazione di diversi virus respiratori — influenza, rhinovirus, parainfluenzali e coronavirus non SARS-CoV-2 — contribuisce a sostenere l’ondata epidemica.

Tra gli anziani (over 65), si registra la percentuale più alta di casi gravi e ricoveri per SARS-CoV-2 e influenza. È attualmente in corso la campagna vaccinale contro entrambi i virus, rivolta soprattutto alle categorie a rischio e agli over 60.

Il punto sui ceppi virali e la variante K

Dal punto di vista virologico, il ceppo più diffuso è l’influenza A(H3N2), che prevale nettamente rispetto al virus A(H1N1)pdm09. Nessun campione è risultato positivo per virus A di tipo non sottotipizzabile, segno che non ci sono al momento segnali di diffusione di ceppi aviari.

Le analisi genetiche hanno individuato come prevalente la variante K del sottotipo A(H3N2), all’interno del clade 2a.3a.1. Tuttavia, secondo le autorità sanitariedell’Istituto Superiore di Sanità: «I dati attualmente disponibili non indicano un aumento della gravità clinica della malattia».

Inoltre, le stime preliminari indicano che i vaccini stagionali in uso restano efficaci nel prevenire le forme gravi e i ricoveri legati a questa variante.

Una curva simile a quella dello scorso anno

La curva epidemica appare simile a quella del 2024, che aveva raggiunto il suo picco nell’ultima settimana dell’anno. Anche quest’anno l’andamento è in crescita e si prevede l’apice tra fine dicembre e inizio gennaio.

Le autorità sanitarie raccomandano la vaccinazione per le fasce più vulnerabili e il rispetto delle norme igieniche di base, come il lavaggio frequente delle mani, l’uso della mascherina in caso di sintomi e il riposo in caso di malattia.

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Pubblicato il 22 Dicembre 2025
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