Il Tribunale di Busto dà ragione ad altri 33 operai sul lavaggio dei dispositivi a Malpensa
La causa promossa da un gruppo di lavoratori con il sostegno della Cub Trasporti. La nuova sentenza segue i precedenti pronunciamenti sul tema, confermati già in appello
Il Tribunale del lavoro di Busto Arsizio ha emesso una nuova sentenza favorevole ai lavoratori di Aviapartner impegnati a Malpensa, riconoscendo il diritto al risarcimento per l’omesso lavaggio dei dispositivi di protezione individuale (DPI) a favore di altri 33 operai, in continuità con le decisioni già assunte nei mesi scorsi su casi analoghi e arrivati anche a sentenze d’appello.
Al centro delle cause vi è l’obbligo, in capo al datore di lavoro, di garantire non solo la fornitura dei DPI, ma anche la loro corretta manutenzione e igiene. Il giudice ha ribadito che gli indumenti utilizzati dagli addetti aeroportuali – come tute ad alta visibilità e capi protettivi contro agenti atmosferici – rientrano pienamente nella nozione di DPI, in quanto destinati a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori durante l’attività operativa. Di conseguenza, il loro lavaggio non può essere demandato ai dipendenti.
Secondo la sentenza, la mancata presa in carico del lavaggio da parte dell’azienda costituisce un inadempimento contrattuale, ai sensi dell’articolo 2087 del Codice civile e del decreto legislativo 81/2008. Un inadempimento che ha prodotto un danno concreto, poiché i lavoratori sono stati costretti per anni a provvedere autonomamente, sostenendo costi e impiegando tempo extra per la pulizia degli indumenti da lavoro.
Il Tribunale ha inoltre respinto le eccezioni difensive dell’azienda, chiarendo che eventuali conciliazioni sottoscritte in passato non riguardavano il tema del lavaggio dei DPI e che la prescrizione dei crediti non decorre durante il rapporto di lavoro, trattandosi di contratti a tempo indeterminato privi di una reale tutela di stabilità.
Sul piano della quantificazione del danno, il giudice ha confermato un criterio già adottato in precedenti pronunce e avallato dalla Corte d’Appello di Milano: il risarcimento viene determinato in via equitativa, parametrandolo a un’ora di lavoro straordinario diurno per ogni settimana di effettiva presenza. Una scelta motivata dalla necessità di compensare il tempo e i mezzi impiegati dai lavoratori per lavaggio, asciugatura e cura dei DPI, ritenuta più congrua rispetto ad altri criteri previsti da accordi collettivi di settori differenti.
In sostanza: ogni operaio vede riconosciuto un indennizzo pari a un’ora di retribuzione per ogni settimana da quando ha iniziato a lavorare.
Con queste decisioni, il Tribunale di Busto Arsizio consolida un orientamento giurisprudenziale che riconosce in modo netto la responsabilità datoriale sul lavaggio dei dispositivi di sicurezza, rafforzando le tutele per i lavoratori del comparto aeroportuale. «Il Tribunale di Busto Arsizio conferma le nostre precedenti vittorie, in materia di lavaggio DPI» sottolinea la Cub Trasporti, sindacato di base che ha assistitito i vari gruppi dei lavoratori. Il tribunale «dà integralmente ragione ad altri 33 lavoratori di Aviapartner nostri iscritti, riconoscendo il risarcimento per omesso lavaggio dei DPI in un’ora di lavoro straordinario diurno per ogni settimana di effettivo lavoro».
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