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Domani è un altro giorno

di Anna Rosa Confalonieri

Il racconto della domenica

È uno di quei giorni che rivedo tutta la mia vita, bilancio che non ho quadrato mai.

Ho riordinato un cassetto della libreria, quello da cui esce un tesoro ogni volta che ci affondo le mani. Oggi con sorpresa ho trovato i negativi di vecchie fotografie che a fatica ho guardato attraverso la luce della finestra. Ricordi sbiaditi dal tempo.
Una sottile malinconia ha riaperto per qualche minuto un capitolo chissà se mai archiviato. C’eravamo noi, in quel paesino sperduto delle Dolomiti del quale ho dimenticato il nome. Ci scattò le foto mia cugina, rammenti? Sorridevamo abbracciati, eppure, pochi giorni dopo il rientro a casa, finì. Non me ne ero accorta che ti avevo perso per strada, prima della vacanza in montagna. E i nostri progetti, l’urgenza di stare vicini, di sentirci, di vederci? Ci siamo amati e odiati. Nessun compromesso. Con te le emozioni non conoscevano mezze misure.
“Si può diventare nemici a stare insieme”. Non capivo il significato delle tue parole. Mi sentivo morire e a dirla tutta un po’ sono morta davvero, ma non rinunciavo a sperare che saresti tornato: tutto passava, non tu.
E in un attimo sono trascorsi anni. La vita è andata avanti lo stesso, anche senza di noi. Poi quella telefonata. Cercarmi dopo tanto tempo deve esserti costato, immagino più di quanto lo sia stato lasciarmi. Risento la mia voce mentre ti chiedevo come stavi. Provai una sensazione di potenza nel capire che, imbarazzato, con una scusa banale, cercavi il modo di rivedermi. Ti ascoltavo con distacco e rispondevo alle tue domande con sarcasmo: fingevo, ma volevo darti la certezza che ero sopravvissuta alla tua assenza.
Ci abbiamo riprovato ed è andata come è andata: non siamo stati capaci di raggiungerci nemmeno quella volta.
Avevi ragione quando mi dicevi che per non perdersi, a volte, è necessario allontanarsi. I bei momenti mi accompagnano ancora.
E anche se alla fine hai lasciato un altro buco dentro, ancora più profondo del primo, ho capito che inseguivamo un sogno di perfezione impossibile nel presente: perfetta è la felicità passata, quella che resta nei ricordi o l’idea di ciò che poteva essere.
Rimpianti e rimorsi certo ne ho, ma ora so cosa fa la differenza. E se rivedo la mia vita posso dire che ho fatto a modo mio, con che risultati non saprei, ma domani è un altro giorno e si vedrà.

Ispirato a Domani è un altro giorno – Ornella Vanoni, 1971

Racconto di Anna Rosa Confalonieri (www.ilcavedio.org). Foto di Leonardo Pigoli.

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Pubblicato il 24 Settembre 2023
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