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Ferruccio de Bortoli e il futuro dell’Europa: “Isolarci non porterà niente di buono”

L’ex direttore del Corriere della Sera al Sacro Cuore di Gallarate per parlare di Italia ed Europa: “Bisogna rimanere nell’Unione e cercare alleanze serie”

Generico 2018

«Dobbiamo dare un futuro ai nostri figli, che ormai sono cittadini europei. Tornare indietro e cullare sogni nostalgici, come ha fatto il Regno Unito, sarebbe imperdonabile». Ferruccio de Bortoli ha tenuto un incontro all’istituo Sacro Cuore di Gallarate dal titolo “L’Italia e l’Europa: quale futuro?”.

Giornalista di grande esperienza, due volte direttore del Corriere della Sera, ha parlato ai tanti presenti nell’aula magna dell’istituto invitati da Azione Cattolica, ACLI, Agesci e dalla sezione gallaratese del Movimento Federalista Europeo.

Per l’occasione ha snocciolato molti dati che possono essere utili per avere un quadro più chiaro del contesto europeo: «La UE ha il 7% della popolazione mondiale e il 50% della spesa per il welfare di tutto il mondo. Queste spese potrebbero diventare insostenibili se la UE perdesse sempre più potere a discapito delle grandi potenze di oggi di domani: Stati Uniti, Cina e in parte Russia. Non a caso, uno dei pochissimi punti su cui vanno d’accordo Stati Uniti e Russia è il contrasto a Bruxelles. Questo deve farci riflettere».

Quindi il focus si sposta sul nostro paese, che dalla nascita dell’Unione ha avuto molti vantaggi: «Nel ’57, con la nascita della CEE, eravamo il paese più povero. In quel periodo esportavamo manodopera ai paesi del centro-nord Europa. Oggi siamo l’ottava potenza economica del mondo e la seconda manifattura d’Europa, con un export che nel 2017 è stato superiore a quello francese. Il guaio – prosegue De Bortoli – sarebbe quello di spostarci a est, cercando accordi con i paesi del gruppo di Visegrad. Sono paesi, soprattutto Ungheria e Polonia, che stanno restringendo i principi democratici e, dopo aver ricevuto miliardi di finanziamenti dalla UE, adesso dicono (Orbàn, ndr) di voler ‘combattere i carri armati di Bruxelles’. Com’è noto, l’Unione Europea non ha un esercito unico».

La UE, e il mondo in generale, ha smesso di creare strutture multilaterali negli ultimi decenni: «Il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale, la Nato: sono tutte nate nell’immediato dopoguerra. Dopodiché, i singoli paesi hanno preferito stipulare accordi bilaterali. L’ultimo esempio è il Trattato franco-tedesco di Aquisgrana, che noi dovremmo cercare di contrastare. In una politica intergovernativa noi abbiamo molto da perdere, dal momento che abbiamo deciso di non avere alleati internazionali».

De Bortoli critica poi anche il patto Italia-Cina sulla nuova via della Seta, che favorirebbe solo il paese asiatico: «La Cina ha, da sempre, una visione imperiale. È sempre stata un impero fortissimo, tranne gli ultimi due secoli. Il loro obiettivo è arrivare nel 2049, centenario della nascita della Repubblica Popolare Cinese, a essere la prima potenza incontrastata del mondo. I cinesi pensano solo ai loro interessi, e fare accordi con loro comporta pochi vantaggi e molti rischi. Solo un’Unione Europea forte può trattare con la Cina. Noi da soli, no».

Ma il prossimo Parlamento Europeo sarà a maggioranza sovranista? Secondo il giornalista no: «Non credo che i cosiddetti partiti populisti-sovranisti otterranno la maggioranza. Prenderanno sicuramente tanti voti, ma un’alleanza tra socialisti e popolari, che non hanno cacciato Orbàn, penso si farà ancora».

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Pubblicato il 05 Aprile 2019
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