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Uno snodo ferroviario e autostradale fondamentale. Territori in tour arriva a Gallarate

Alla Confartigianato di Gallarate la proiezione del docufilm di Territori in tour. Una serata per ragionare sul futuro di Gallarate: le aree dismesse, la subalternità a Milano, ma anche le sue grandi opportunità

Territori in tour a Gallarate

«Una passeggiata con lo sguardo attento sui prossimi cambiamenti» o «un percorso frutto di una visione di cuore». Così è stato definito Territori in tour dai due principali organizzatori, Davide Galli e Marco Giovannelli, rispettivamente presidente di Confartigianato Imprese Varese e direttore di Varesenews.

Nella sede di Confartigianato di Gallarate, giovedì 14 novembre è stato proiettato il docufilm di Territori in tour. Realizzato da J.J. Bustamante, ha documentato il viaggio realizzato in cinque tappe tra le diverse realtà della provincia, che da Busto Arsizio a Luino presenta moltissime differenze. «La nostra provincia – afferma Galli – si trova tra due giganti: la Città Metropolitana di Milano e il Canton Ticino. Questo rappresenta un rischio; il rischio di perdere lavoratori formati o aziende che preferiscono spostarsi in Svizzera o in altri paesi. Ma può anche essere un’opportunità». Gallarate risente di tutto ciò: è uno snodo fondamentale, ferroviario e stradale. E sa sfruttare le possibilità: come ricorda Galli, il marchio Tom Ford si è da poco trasferito da Stabio a Gallarate.

«Il nostro obiettivo – spiega Giovannelli – è stato proprio quello di raccontare le realtà della provincia, facendo luce su aspetti positivi spesso sottovalutati. Faccio un esempio: si parla spesso di Varese come una città isolata, e si fanno battaglie per avere il treno diretto a Milano Centrale. Ma ci si dimentica che si può andare a Roma in poche ore facendo un solo cambio». E torna più volte sulla questione ambientale: «Bisogna ricordare che rendere più verde il territorio non ne pregiudica lo sviluppo; si tratta semplicemente di uno sviluppo diverso. Questo può essere declinato in vari modi: si può, per esempio, ragionare sui comuni che non hanno una stazione come Cassano Magnago, e devono intasare il traffico nelle città limitrofe».

Se si parla di verde, Gallarate non è esente dal dibattito. Proprio a inizio serata è intervenuto telefonicamente il direttore del Parco del Ticino Claudio Peja, che ha ribadito l’importanza del comune: «Su Gallarate abbiamo investito molto e continueremo a farlo. Lì abbiamo aperto la Cascina Monte Diviso, una struttura completamente a emissioni zero. Ci è costato dieci volte tanto rispetto a un impianto tradizionale, ma è un investimento che si recupererà negli anni; dal punto di vista ambientale, ha cominciato a ripagare fin da subito. Ormai possiamo realizzare tutto, o quasi, senza impattare sull’ambiente».

Alla serata erano presenti alcuni protagonisti del Territori in tour gallaratese. Il primo a intervenire è stato Aldo Bosello, fondatore della Bosello High Technology. Il quale, come ricorda il giornalista di Varesenews Roberto Morandi, arrivò nella città dei Due Galli dal Veneto, da immigrato interno: un termine che ormai non si utilizza più per le persone – tantissime – che si spostano all’interno del paese. «Noi – spiega Bosello – fummo tra i primi a utilizzare i raggi X nel nostro campo (gli NDT, i controlli non distruttivi, ndr); impiegai due anni a realizzarli, perché erano macchine autodistruttive che non duravano poco. Per ottenere i brevetti ci misi dieci anni, perché erano tutti scettici». Nel 2018 l’industria è stata acquisita da Zeiss, colosso tedesco da 5,3 miliardi di fatturato, ma la sede continua a essere a Cassano Magnago, dove si sono spostati nel 2013. «Ancora oggi – racconta Bosello – conservo la lettera dell’ad di Zeiss, che ci scrisse dopo aver visitato la nostra ditta per la prima volta. Si congratulò con me e mio figlio; disse che quello che avevamo fatto era straordinario».

Nella sede di Confartigianato ha preso la parola anche Gianluca Gibilaro, il project manager di Hagam. È un’agenzia di comunicazione nata a Gallarate nel 2007: «Fino a qualche anno fa – spiega Gibilaro – quando un’azienda voleva farsi pubblicità pensava alle brochure, ai volantini, ai cartelloni stradali, e poi forse a internet. Oggi questa logica è cambiata: tutte le aziende sanno che devono essere presenti sul web, non solo con un sito, ma anche sui social». Anche Hagam conferma la strategicità di Gallarate, molto vicina a Milano e non solo: «Abbiamo pensato di aprire una sede a Milano, ma non è realmente necessario. Gallarate è già ben collegata».

Salvatore Benvenga, fotografo di passione e presidente del club Il Sestante, ha ritratto Gallarate in diverse pubblicazioni. E ha potuto constatare, nel corso degli anni, lo spopolamento del centro: «Negli anni Settanta piazza Libertà e le vie contigue erano sempre piene di persone. Erano vie popolate. Ora in centro vivono sempre meno persone, e la sera c’è sempre meno gente. Si sono insediati molti uffici, ma in compenso si è persa molta vita».

Uno degli uffici di cui parla Benvenga è quello di Protechto, una start up che sta progettando un giubbotto airbag, pensato per proteggere i lavoratori dalle cadute accidentali. Una scelta, quella di aprire una start up in Italia – e non a Milano – sicuramente interessante: «Abbiamo deciso di rimanere qui perché a noi piacciono le sfide, oltre a essere legati a Gallarate», afferma il fondatore di Protechto Mattia Giaretta. «Aprire una start up è sicuramente difficile, ma non di più che aprire un’azienda. Il problema è sempre lo stesso: reperire i fondi. Noi abbiamo lo svantaggio di partire da un prodotto che ancora non esiste, il che rende tutto più difficile. Molti, inizialmente interessati al progetto, si sono poi ritirati dicendo: “Non si può fare”. Altri invece ci hanno creduto, e a loro va il nostro grazie. Ma vogliamo dimostrare che a Gallarate si può progettare il futuro».

 

Pubblicato il 15 Novembre 2019
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