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Folla al T2, caccia alle protezioni e cassa integrazione: le preoccupazioni del lavoro a Malpensa

Il traffico portato tutto al Terminal 2 ha aumentato la concentrazione di persone, denuncia la Cub Trasporti. Cambiano anche alcune procedure di security. Il problema dell'anticipo della cassa integrazione

Malpensa Generiche

Da un lato la mancanza di strumenti di protezione adeguati in molte realtà, dall’altra la continuità del reddito, anche con la cassa integrazione già avviata.

Sono due fronti della preoccupazione legata al mondo del lavoro oggi a Malpensa. Speculari, l’una sul piano sanitario, l’altra sul piano economico.

Sul fronte delle protezioni, anche a Malpensa come in altri contesti ci si scontra con le difficoltà di approvvigionamento che le aziende incontrano oggi (nonostante l’aeroporto fosse già in allerta fin da fine gennaio). La situazione è variabile a seconda delle aziende e dei settori (ne parlavamo qualche giorno fa con particolare riferimento al cargo)

Nel frattempo stanno cambiando anche molte procedure interne e nel rapporto con i passeggeri, anche a fronte del fatto che in questi giorni molte persone stanno lasciando l’Italia per i propri paesi d’origine. Ad esempio al momento dei controlli è stato previsto, tra le altre misure, che gli addetti “possono eseguire il controllo manuale rimanendo dietro le persone” anziché di fronte, per ridurre ulteriormente i rischi.

Tanto i singoli lavoratori, nelle chat e nei gruppi facebook, quanto alcune sigle sindacali stanno anche criticando la decisione di chiudere il Terminal 1 e di concentrare tutta l’attività al T2, dove in alcuni momenti si trova una particolare concentrazione di persone, ad esempio ai controlli di sicurezza.

Altro fronte, quello della Cassa integrazione e della protezione dei lavoratori di fronte a una crisi da emergenza Coronavirus che si è sommata ad una precedente crisi del settore aviazione civile in Italia (che a Malpensa toccava quasi mille persone di Air Italy). Le principali società hanno già concluso accordi per l’attivazione della cassa integrazione, ma centrale è la questione dell’anticipo della Cig da parte delle aziende.

«Finalmente Aviapartner, nonostante la totale inoperosità dei suoi oltre 500 lavoratori ha deciso di aprire la procedura di Cigs: non vuole anticipare il sussidio ai lavoratori, attraverso un giro di dare avere con l’Inps, che così dovranno aspettare mesi per avere poco più di 900 euro» protesta Renzo Canavesi del sindacato di base Cub Trasporti. Che segnala anche un problema specifico di alcuni lavoratori: «Airport [Handling] invece, non vuole ritirare la procedura per licenziare i lavoratori, che dovrebbero passare ad Aviapartner per il cambio di gestione di Air France inesistente in quanto tutto è fermo per il coronavirus».

Pubblicato il 19 Marzo 2020
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