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Le banche contro le agenzie di scommesse: la risposta dell’Associazione Agenzie Scommesse Italiane

Lozzi si è detto pronto a perseguire una battaglia per tutelare il settore

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Una recessione globale che segna un vistoso -3%. Sono queste alcune delle stime che parlano di una economia in affanno all’indomani del Covid-19, con paure anche giustificate per eventuali seconde ondate che battezzerebbero nel peggiore dei modi il venturo 2021, anno da molti indicato come quello della ripartenza e della risalita, fermo restando che un vero e proprio rialzo dell’economia si vedrà nei prossimi anni. Intanto si fa fatica e gli effetti della pandemia sono tangibili in più realtà. Non fa eccezione l’Italia, il cui PIL sfiora un calo del 9%. Un dramma autentico.

Il caso del gioco d’azzardo

Tutti i settori produttivi vivono fasi di stallo e sofferenza. Chi più di tutti ha patito e patisce è senza ombra di dubbio il settore del gioco d’azzardo, soprattutto fisico ma certo anche online. Non soffiano venti piacevoli per una filiera che rappresenta un punto fermo dell’Erario e dell’economia italiana. E non solo per colpa del Covid-19: il gioco, come è noto, soffre da tempo per le angherie di normative sempre più stringenti e tassazioni in aumento esponenziale anno dopo anno. Ora per il settore del gioco, in particolare per il segmento delle scommesse sportive, un nuovo nemico: le banche italiane. Questa è almeno la denuncia di Paolo Lozzi, presidente dell’Associazione delle Agenzie Scommesse Italiane.

Lozzi si è detto pronto a perseguire una battaglia contro chi ne combatte un’altra, contro il settore delle scommesse, ideologica e perlopiù infondata. Questo perché la Banca di Credito Cooperativo Abruzzese, come da lui denunciato, ha deciso di recedere ben due contratti di conto, gli stessi tramite cui Lozzi svolge la sua attività. Una decisione che Lozzi ritiene presa per rispondere ad un presunto codice etico, che rischia a sua volta di creare grossi danni alle imprese del settore. Nonostante si parli di digitalizzazione, trasparenza e pagamenti elettronici con strumenti antievasione, le banche decidono di fare il contrario. Un fenomeno assurdo per Lozzi, che andrebbe a condannare una impresa che opera nei limiti della regolarità e della legalità. Una umiliazione per il settore scommesse, l’unico in una situazione di totale emergenza nel post-Covid ed unico settore a subire una ulteriore misura di tassazione col Fondo Salvacalcio, adottato dall’Esecutivo per far fronte all’emergenza Coronavirus nel mondo dello sport. Ora Lozzi e la sua associazione si apprestano a partire con un sit-in legale per sollecitare i concessionari di scommesse, tutti quei marchi tramite cui le agenzie operano sul territorio. Ora la palla passerà agli operatori, che sono chiamati ad esprimersi a tutela di una categoria, quella delle scommesse, tra le poche ad operare in totale trasparenza. Una situazione che dovrà trovare un capo e, soprattutto, una soluzione.

Pubblicato il 09 Settembre 2020
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